Una bella donna con cervello ma senza cuore… Rassicuro i lettori di sesso maschile: è morta da 1700 anni! Si tratta, infatti, di una mummia (vedi foto in alto) conservata presso il Redpath Museum di Montreal che è finita per l’ennesima volta sul lettino di una TAC. Già nel 2012 era uscito uno studio a riguardo sulla rivista RSNA RadioGraphics e, l’anno scorso, era stato addirittura ricostruito il volto (con la bella acconciatura “alla Faustina Maggiore”), ma il team di Andrew Wade della McMaster University (Hamilton, Canada) ha estrapolato nuovi dati dalla tomografia computerizzata. La donna, morta tra i 30 e i 50 anni, visse nel 300 d.C. circa, un periodo in cui l’Egitto era sotto il controllo di Roma e sempre più influenzato dal cristianesimo. Evidentemente, però, la sua famiglia rimase fedele alla tradizione pagana scegliendo una mummificazione inusuale. Infatti, l’addome è svuotato anche del cuore, asportato con gli altri organi da un foro inciso sul perineo, mentre il cervello è intatto. Tutto il contrario di ciò che sappiamo da Erodoto, anche se, sempre da un recente studio di Wade, sembrerebbe che tale pratica non fosse così rara. Altra particolarità è la presenza di due placche in materiale simile al cartonnage sullo sterno e al lato dell’addome. Di solito, oggetti del genere servivano a sanare le ferite provocate dall’imbalsamatore, ma in questo caso le porzioni di pelle interessate sono intonse, quindi si pensa servissero come sostituto del cuore e come mezzo di guarigione rituale da un male che affliggeva la donna quando era in vita.
Dal British Museum, invece, la mostra “Ancient Lives: new discoveries” riserva altre sorprese. Tra le otto mummie analizzate con la TAC, ce n’è una di un uomo vissuto a Tebe intorno al 600 a.C. L’autopsia virtuale ha rilevato la presenza di un oggetto nel cranio, una spatola di legno o un pezzo di canna, probabilmente spezzato durante la rimozione del cervello dalle narici (vedi a sinistra). Curioso, ma non un caso isolato (un altro esempio proviene dal Museo di Zagabria).
Una seconda mummia appartiene a Tamut, “cantante di Amon” nel 900 a.C. La donna morì intorno ai 35 anni, forse a causa di un infarto o un ictus. Infatti, gran parte dell’arteria femorale è occlusa da un pezzo di grasso. Il corpo, conservato in un ricco sarcofago (vedi in basso), presenta numerosi amuleti anche interni oltre che a lamine d’oro sulle dita dei piedi e a piastre metalliche sulle ferite lasciate dai sacerdoti. I capelli sono corti perché coperti da una lunga parrucca nera.