Nel giorno della Festa della Mamma, riporto una notizia che testimonia il forte legame verso i figli che supera anche le tristi barriere della morte.
Ritenuto per oltre 40 anni un falso, un piccolo reperto egizio risalente alla XXVI dinastia (oggi allo Swansea University’s Egypt Centre) si è rivelato più sorprendente del previsto. L’involucro di mummia in cartonnage ha destato sospetti fin dall’acquisizione nel 1971 sia per le dimensioni contenute (solo 52 cm) che per la decorazione dipinta con geroglifici senza significato. Si pensava, infatti, che fosse una riproduzione ottocentesca e per questo il mini-sarcofago era stato analizzato nel 1998 ai raggi X, senza però ottenere risultati. Pochi giorni fa, invece, Paola Griffiths, ricercatrice dell’università gallese, ha definitivamente appurato la sua autenticità con l’uso della TAC. Le immagini mostrano un groviglio di bende di lino che circondano il feto di 10 cm. Il bambino (la corona a bande blu e gialle fa pensare che fosse un maschio) doveva avere tra le 12 e le 16 settimane quando è stato mummificato in posizione fetale con la placenta. Due macchie più scure sono state interpretate come un femore e un amuleto.