Da quasi due anni, una notizia sta indignando l’opinione pubblica. Il Consiglio del Distretto Amministrativo di Northampton (città 100 km a N di Londra) ha infatti deciso di mettere all’asta uno dei pezzi più pregiati del museo locale per finanziare il progetto di restauro e ampliamento (primo paradosso) del Northampton Museum & Art Gallery e dell’Abington Park Museum. Per colmare almeno una parte dei 14 milioni di sterline necessarie, nel novembre del 2012 è stata scelta come vittima sacrificale la statua di Sekhemka.
La statua in calcare è alta 76 cm e raffigura Sekhemka, funzionario della V dinastia (2400-2300 a.C.). L’importanza del personaggio è testimoniata dai titoli incisi nella pietra che lo qualificano come “Ispettore degli Scribi della Casa della Donazione, colui che è onorato davanti al Grande Dio”. Lo scriba è seduto su un seggio cubico e ha sulle ginocchia un papiro aperto con una lista di offerte da fare ai defunti: oli, fiori, lino, incenso, oche, vitelli, pane, birra ecc. Ai suoi piedi, c’è la moglie Sit-merit, mostrata in ginocchio e in scala minore, mentre il figlio Shesem-Nefer è rappresentato sulla parte frontale della base. La statua era stata acquistata in Egitto nel 1850 da Spencer Compton, II Marchese di Northampton, e poi era stata donata al museo nel 1880 dal IV Marchese.
Oltre alle considerzioni di bilancio già esposte, il Consiglio si è giustificato anche con l’eccessiva somma per assicurare il reperto e, già nel settembre del 2012, aveva tolto sospettosamente la statua dall’esposizione per generici “motivi di sicurezza”. Il canale di vendita scelto è Christie’s che dovrebbe metterere all’asta Sekhemka il 10 luglio insieme ad altri capolavori. Inizialmente valutato 2 milioni di sterline, il prezzo ora dovrebbe aggirarsi addirittura tra i 4 e i 6 M£. Questa somma andrebbe divisa tra il Consiglio (55%) e l’attuale Lord Compton (45%), pronipote del IV Marchese di Northampton, che, sulle prime, si era detto contrario alla vendita (tirano più 2.700.000 £ che un carro di buoi…).
Ovviamente, subito sono nate manifestazioni di protesta e petizioni contro questo provvedimento. Tra i primi ad organizzarsi, c’è stato il Save Sekhemka Action Group, seguito poi da numerose altre associazioni inglesi e internazionali. Contraria è anche la UK Museums Associations, ma l’opposizione più “pesante” è quella dell’Arts Council England che, deluso per il fatto che un museo possa perdere la fiducia come istituzione che deve prendersi cura delle collezioni ad esso affidate, ha recentemente minacciato Northampton di tagliare i finanziamenti che in parte dovevano coprire il progetto museale del 2016 (quasi 800 mila sterline all’anno).