Si è appena conclusa (14:05) a Londra l’asta di antichità messe in vendita da Bonhams. Tra i 200 lotti disponibili, aveva fatto scalpore l’inclusione del cosiddetto “tesoro di Harageh”, un corredo funebre di Medio Regno (nella foto, 5 dei 37 oggetti totali) prima appartenuto non a un privato ma all’Archaeological Institute of America – St. Louis Society. Così, grazie alle prese di posizione contrarie, tra gli altri, del Petrie Museum e dell’Egypt Exploration Society e quella, che definirei tardiva, della stessa direzione nazionale dell’AIA, il gruppo è stato ritirato.
Il banditore ha comunque battuto altri 27 reperti egizi come statuette di legno, bronzo o pietra, maschere funerarie, frammenti in cartonnage di sarcofagi, vasi di ceramica, gioielli, ushabti, stele di calcare. Tra questi, il più costoso è risultato una statua osirifora in pietra dura verde di Padiaset, sommo sacerdote di Seth durante la XXVI din. (143.000 €). L’ipocrisia, però, è lampante nella vendita (35.000 €) di un poggiatesta in travertino alabastrino proveniente dalla stessa necropoli del tesoro e precedentemente proprietà della St. Louis Society.
Invece, non è stata raggiunta un’offerta sufficiente per 17 oggetti, tra cui un sarcofago ligneo policromo da Akhmim di XXVI-XXX din. (prezzo valutato tra i 51 e i 77 mila €) e un ritratto femminile del Fayyum (51-64.000 €).
AGGIORNAMENTO (3 ott):
La St. Louis Society ha ritirato dall’asta il “tesoro di Harageh” dopo aver ricevuto un’offerta dal Metropolitan Museum di New York che, a questo punto, ne diventa il nuovo proprietario.