Ieri, alle 19.30 locali (nostre 22:30), un enorme incendio è scoppiato nel Museu Nacional di Rio de Janeiro e in poco tempo ha avviluppato l’intero edificio devastando gran parte degli oltre 20 milioni di reperti in esso contenuti. Gli 80 vigili del fuoco accorsi non hanno potuto niente. Proprio lo scorso 6 giugno, quella che è la più antica istituzione culturale brasiliana aveva celebrato i 200 anni dalla sua fondazione.
Se fortunatamente non si contano vittime umane, i danni al patrimonio storico sono incalcolabili. Persa per sempre è, tra l’altro, anche la collezione egizia, la più grande dell’America Latina con i suoi 700 pezzi. La raccolta era nata nel 1826, quando Pietro I, primo imperatore del Brasile, acquistò centinaia di oggetti provenienti dagli scavi di Belzoni. Questo gruppo, donato all’allora Museo Reale, costituisce il nucleo principale della collezione a cui si sono aggiunte nel tempo le acquisizioni fatte dal figlio Pietro II, ulteriori membri della corte e altri donatori privati.
Tra i reperti più importanti, spicca il bellissimo sarcofago di Sha-Amun-en-su, cantante di Amon durante il Periodo Tardo (immagine a sinistra), che insieme alla mummia della defunta fu donato a Pietro II dal khedivè d’Egitto Ismail Pascià. Poi era possibile ammirare altri tre sarcofagi e cinque mummie umane, diversi corpi imbalsamati di animali, dozzine di stele funerarie, frammenti di rilievi, maschere, statuette di divinità, ushabti, vasi canopici, coni funerari, amuleti e gioielli.
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