Se si parla di elefanti da guerra, subito si pensa all’attraversamento delle Alpi durante la Seconda Guerra Punica. Ma, l’utilizzo di questi animali in battaglia risale almeno al IV sec. a.C., quando, dall’India, tale strategia si diffuse all’impero persiano e poi al Nord Africa. L’anno dopo l’impresa di Annibale, nella Battaglia di Raphia (22 giugno 217 a.C.), vennero utilizzati addirittura 175 pachidermi ripartiti tra l’esercito egiziano di Tolomeo IV e quello seleucide di Antioco III (vedi immagine). Lo scontro tra super potenze avvenne a sud dell’attuale Gaza per il controllo della Celesiria.
Secondo le fonti, gli elefanti asiatici di Antioco erano più numerosi, 102 contro 73, grandi e coraggiosi di quelli africani. Infatti, lo storico greco Polibio scrive:
“La maggior parte degli elefanti di Tolomeo, però, rifiutarono lo scontro, come è d’abitudine degli elefanti africani; per l’incapacità di sopportare l’odore e il barrito degli elefanti asiatici e perché terrorizzati, suppongo, anche per la loro grande stazza e forza, si girarono subito e scapparono indietro prima di avvicinarsi a loro. Questo è ciò che è accaduto in quella situazione, e quando gli elefanti di Tolomeo andarono in confusione e si gettarono contro le proprie linee, la guardia di Tolomeo cedette sotto la pressione degli animali” (Polibio, Storie V, 84, 5-7)
Nonostante questa impietosa cronaca, Tolomeo vinse e strappò ad Antioco l’area. Ma, come è possibile che l’elefante africano (Loxodonta africana) sia stato descritto come più piccolo di quello indiano (Elephas maximus indicus)? Per decenni, si è pensato che gli Egiziani abbiano utilizzato l’elefante africano delle foreste (Loxodonta cyclodis), molto più minuto del cugino delle savane.
Un recente studio, però, propone una nuova ipotesi mettendo in dubbio l’attendibilità di Polibio. Adam Brant e Afred Roca della University of Illinois at Urbana-Champaign hanno analizzato il DNA della ormai esigua popolazione degli elefanti dell’Eritrea, molto probabilmente i discendenti di quelli che i Tolomei usavano in battaglia. Non esisterebbe, però, alcuna sottospecie estinta più piccola perché gli esemplari in questione sono Loxodonta africana senza alcun legame genetico con gli asiatici o con gli africani delle foreste. Polibio, quindi, come spesso accadeva, si potrebbe essersi fatto influenzare da leggende, come quella che affermava che gli elefanti dell’India fossero i più grandi e feroci.
Per maggiori informazioni, vi consiglio di leggere l’articolo sul numero di gennaio-febbraio del Journal of Heredity.