I magazzini dei musei sono spesso luoghi di interessanti scoperte o, a volte, di riscoperte. Come nel caso di una mummia ritrovata durante la missione franco-toscana in Egitto (1828-1829), andata perduta per oltre un secolo e ricomparsa meno di due anni fa. La mostra “Kenamun. L’undicesima mummia” sarà incentrata proprio su questo caso di “archeologia museale”, dal 12 aprile al 29 giugno presso il Museo di Storia Naturale di Calci (PI).
Di ritorno dall’Egitto, Ippolito Rosellini fece arrivare al porto di Livorno 11 mummie, una delle quali, però, deterioratasi durante il viaggio, fu probabilmente regalata a Paolo Savi, direttore del museo di Calci, e mai consegnata al Granduca Leopoldo II. Da questo momento, se ne perdono le tracce fino a quando, nel 2012, è rispuntata in una scatola del magazzino del museo (che analizzerò meglio in futuro per la rubrica “L’Egitto di Provincia”). Ciò che ne rimane si riduce allo scheletro, ripulito dalle bende e dalle membra già nel XIX secolo; sul teschio, però, si legge una nota chiarificatrice: «3064. Scheletro di una delle mummie portate d’Egitto dal Prof. Rosellini». Ad accorgersi che quelli erano i resti dell’undicesima mummia è stata la Prof.ssa Marilina Betrò (Università di Pisa) che è riuscita anche a dare un nome al defunto: Kenamun, “Gran Maggiordomo del Re” e fratello di latte di Amenofi II (1424-1398).
Quest’ulteriore scoperta è avvenuta grazie alla lettura dei testi geroglifici sul sarcofago, deteriorato e mancante del coperchio, anch’esso smarrito, ma nei magazzini del Museo Egizio di Firenze. Quindi, finalmente, corpo e bara torneranno insieme, esposti con altri quaranta reperti da Firenze e dalle Collezioni Egittologiche dell’Università di Pisa.
Per maggiori informazioni: http://archeoblog.associazionevolo.it/2014/04/06/kenamun-lundicesima-mummia/