Lo scorso martedì (8 aprile), due leoni o gatti in calcare del periodo copto (quelli indicati dalle frecce rosse nella foto) sono stati portati via dal museo all’aperto del Tempio di Luxor. La Polizia Turistica sta ancora indagando (sono state interrogate 140 persone), ma l’autore del furto è ancora ignoto. Stupisce la facilità per il ladro di agire indisturbato in un’area che dovrebbe essere controllata da un guardiano, facendo sparire oggetti non troppo grandi ma comunque pesanti. I due reperti (19x14x27 e 12x18x21 cm) erano ancorati con bande di metallo alla pedana sulla quale vengono esposti i rilievi e le statue che rappresentano animali. Per uno dei dei due, c’è stato perfino un tentativo di occultamento con il leone sostituito da una pietra. La loro funzione originaria non è nota; forse erano inseriti in muri di mattoni di fango per sostenere travi di legno oppure servivano da base per lampade.
Nello stesso giorno, come parziale consolazione, le autorità egiziane hanno fermato una banda di malviventi che agiva nel Fayyum e che stava cercando di immettere nel mercato nero 11 reperti antichi. Si tratta di tre sarcofagi lignei completi di mummie e altre parti del volto di coperchi, tutti di età greco-romana. La refurtiva non è inserita in nessun registro ufficiale quindi è il frutto di scavi abusivi.