Ancora un’anticipazione da “Ancient Lives: new discoveries”, mostra del British Museum che sarà inaugurata il 22 maggio. Questa volta, dopo “Ginger” di Gebelein, la donna cristiana con tatuaggio, Tamut e l’uomo con una spatola nel cranio, è il turno di Tjayasetimu, giovane cantante morta nell’800 a.C. Grazie alla TAC, si è visto che la mummia appartiene a una bambina più piccola di quello che si pensava: 7 anni invece che 12/13. Le immagini mostrano chiaramente che la piccola era alta solo 1,20 m, 30 cm in meno dell’involucro in cartonnage (nell’immagine a sinistra). Non si conosce il motivo per cui il sarcofago non sia stato realizzato su misura. Ignota anche la causa della morte per la mancanza di segni di traumi violenti o di una lunga malattia. E’ probabile che la bambina sia stata colpita da un male particolarmente veloce come il colera. Si possono notare i capelli lunghi fino alle spalle coperti da un velo e i denti da latte che ancora sono avanti ai decidui nelle gengive.
L’involucro è rimasto dimenticato per decenni nei sotterranei del museo londinese ricoperto da una sostanza oleosa nerastra. Solo negli anni 70, grazie al restauro, è venuto fuori un bellissimo oggetto con decorazioni e testi in cui si legge il nome della defunta e il suo ruolo di “Cantante del Tempio di Amon”. Più precisamente, Tjayasemitu, nonostante la tenera età, ricopriva una posizione molto elevata all’interno del coro templare che, secondo l’analisi stilistica del reperto, doveva trovarsi nel Fayyum. La tipologia dell’involucro è rarissima perché si riscontra in soli tre casi per l’epoca presentando braccia e piedi distintamente realizzati (foto in basso).