Lo studio degli anelli degli alberi su campioni di legno prelevati nel 1938 da un sarcofago egizio confermerebbe l’esattezza della “cronologia lunga” in Egitto. I frammenti, tenuti per quasi cento anni in una scatola di sigari, provengono dal sarcofago di Ipi-ha-ishutef (vedi foto) trovato in una tomba a Saqqara risalente al I Periodo Intermedio. Le analisi sono state realizzate da Sturt Manning (Cornell University, Ithaca NY) che è riuscito ad arrivare a una datazione molto precisa: 2200 ± 10 a.C. Lo scienziato ha lavorato anche su reperti di un’epoca diversa, il Medio Regno, cioè sulle barche sacre scoperte nelle vicinanze della piramide di Sesostri III (1872-1854) a Dashur.
I dati raccolti, pubblicati nell’ultimo numero del Journal of Archaeological Science, hanno confermato che la cronologia lunga potrebbe essere quella più attendibile. Inoltre, hanno individuato un’anomalia climatica intorno al 2200 a.C., con un repentino periodo di siccità che, secondo Manning, avrebbe avuto ripercussioni storiche importanti come la fine dell’Antico Regno in Egitto e la caduta dell’impero accadico.
Per i non addetti ai lavori, la dendrocronologia è un sistema di datazione che si basa sugli anelli di accrescimento degli alberi il cui spessore dipende dal clima dell’anno. Alberi della stessa specie, cresciuti nella stessa area geografica, producono una serie simile, fattore che permette di creare un modello esatto applicabile per quel luogo. Le sequenze possono essere anche molto lunghe come nel caso del Pinus aristata in California che arriva al 6000 a.C. Questa regolarità è sfruttata per calibrare il metodo del radiocarbonio correggendone gli errori dovuti alle variazioni di concentrazione di C14 nell’atmosfera.