Sfruttando l’atmosfera dei Mondiali, si potrebbe scrivere: USA-St. Louis Art Museum 0-2. Il governo americano, infatti, perde di nuovo nella causa fratricida contro il museo per la gestione della maschera funeraria di Ka-Nefer-Nefer. La bellissima maschera in cartonnage con foglie d’oro e inserti vitrei apparteneva a una donna della XIX dinastia (1200 a.C. circa) e fu scoperta nel 1952 a Saqqara. Poi, se ne persero le tracce tra il 1966 e il 1973 quando fu spedita al Cairo per essere restaurata. Infatti, non si sa come abbia lasciato l’Egitto e sia finita alla Phoenix Ancient Art, galleria specializzata nella vendita di reperti archeologici, che nel 1998 l’ha ceduta al St. Louis Museum per 499.000 $.
Da quel momento, è iniziata la disputa legale con una prima richiesta di restituzione nel 2006 da parte di Zahi Hawass e con la causa civile intentata dal governo degli USA che ha provato a sequestrare il reperto ai sensi delle leggi doganali sulle antichità rubate (19 U.S.C. § 1595a). La Corte Distrettuale aveva rigettato la richiesta perché non esistono prove del furto (è nota la cattiva usanza dei funzionari egiziani di usare i reperti come doni o merce di scambio) e, inoltre, aveva redarguito il governo per non aver saputo applicare il regolamento e per aver voluto intromettersi nelle competenze del museo.
Così, i legali di Washington hanno provato a ritoccare la richiesta, ma è arrivata la seconda sconfitta perché la Corte d’Appello dell’8° Circuito (Missouri) ha rifiutato la richiesta di modifica di denuncia per la scadenza dei termini. Quindi, a causa di questo ritardo, la maschera rimarrà a Saint Louis.