Ipotesi sul funzionamento della meridiana della Valle dei Re

Ipotesi sul funzionamento della meridiana della Valle dei Re - Djed Medu

All’inizio del 2013, la missione dell’Università di Basilea a Tebe Ovest diretta da Susanne Bickel ha scoperto una delle più antiche meridiane della storia. Gli archeologi stavano lavorando in un’area della Valle dei Re occupata da capanne in pietra usate dai costruttori delle tombe nel XIII sec. a.C., quando è venuto alla luce un ostrakon in calcare con un disegno in inchiostro nero. Si tratta di un semicerchio diviso in 12 sezioni di circa 15° che partono dal centro della base lunga 16 cm. Qui si trova il foro di alloggiamento dello gnomone la cui ombra proiettata era utilizzata per misurare il tempo, anche grazie a puntini segnati all’interno delle singole sezioni. L’ubicazione dell’oggetto ha fatto pensare al suo possibile utilizzo per il calcolo delle ore di lavoro.

Gli studiosi svizzeri hanno realizzato un modello di funzionamento che prevede la posizione verticale della meridiana con lo gnomone orizzontale. Questo sistema comporterebbe un’imperfezione variabile degli angoli delle sezioni che, a seconda del periodo dell’anno, va dai 5 agli 8,2° causando un errore medio di 12 minuti. Per ovviare a questa imprecisione, Larisa Vodolazhskaya (Southern Federal University, Rostov sul Don) ha recentemente pubblicato su “Archaeoastronomy and Ancient Technologies” le sue conclusioni alternative. Calcolando gli angoli in relazione alla latitudine della Valle dei Re e studiando gli altri esemplari di orologi solari ritrovati in Egitto, sembrerebbe che la soluzione migliore preveda una meridiana verticale con uno gnomone inclinato che rende stabile la misurazione del tempo durante tutte le stagioni. Questo sistema, combinato con una meridiana ad L (nell’immagine un esempio risalente al regno di Thutmosi III e conservato presso l’Ägyptische Museum di Berlino), avrebbe un errore di soli 0,9° e di 3,6 minuti. Paradossalmente, l’orologio “russo” sarebbe quasi quattro volte più preciso di quello “svizzero”!

Molto interessante è anche la posizione delle linee che indicano le 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12 e poi, con uno scatto di mezz’ora, 12:30, 13:30, 14:30, 15:30, 16:30 e 18. Questo cambiamento potrebbe segnalare la pausa lavorativa nel momento più caldo della giornata, la siesta dalle 12 alle 13:30.

L’articolo originale: http://aaatec.org/documents/article/vl4.pdf