Ormai, non ci stupiamo più davanti ai risultati, ancora evidenti, delle antiche tecniche d’imbalsamazione egizie, ma, questa volta, parliamo di un caso che nemmeno gli studiosi riescono ancora a spiegarsi. Nella parte interna del cranio di una mummia, sono state individuate le tracce dei vasi sanguigni del cervello. Il reperto, soprannominato W19, appartiene al gruppo di 50 corpi scoperti nel 2010 nella necropoli di Epoca Tarda-periodo tolemaico di Kom el-Ahmar (Sharuna, Medio Egitto). Come negli altri esemplari, il cranio era stato svuotato e riempito con un misto di bitume e lino, ma, in più, ha mantenuto sulle membrane interne le impronte dell’arteria meningea media.
A volte, nelle mummie naturali (come quella del nostro Ötzi), si riscontra la conservazione di parti così delicate, ma, per quelle artificiali, è quasi un unicum. E non si è ancora capito cosa sia sia stato verificato nel processo di mummificazione. Secondo il dr. Albert Isidro, tale condizione potrebbe essere dovuta a una particolare temperatura o acidità del composto usato durante il trattamento funebre.
Per maggiori approfondimenti, è possibile leggere le sue conclusioni sull’ultimo numero di “Cortex”:
http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0010945214002950