Il più antico pigmento artificiale utilizzato dall’uomo è il cosiddetto “blu egiziano”. Questo composto, un tetrasilicato di calcio e rame o cuprorivaite (CaCuSi4O10), è attestato per la prima volta in una tomba di I dinastia (2900 a.C.) a Saqqara, ma cominciò a essere impiegato costantemente nelle decorazioni parietali e per la faience dalla IV dinastia (2600), per poi diffondersi in tutto il Vicino Oriente e nel bacino del Mediterraneo fino al Rinascimento. Un recente studio spagnolo ha analizzato proprio la composizione chimica originale del colore e i possibili collegamenti con altri pigmenti simili utilizzati in antichità. Pablo García, Antonio Aramburu e Miguel Moreno dell’Universidad de Cantabria hanno pubblicato i risultati nell’articolo “Origin of the Exotic Blue Color of Copper-Containing Historical Pigments” sul numero di gennaio di Inorganic Chemestry. In particolare, la brillantezza così peculiare del blu sarebbe dovuta all’aggiunta di sabbia nel composto. Per maggiori delucidazioni e dati tecnici, che non sono assolutamente in grado di fornire, potete leggere l’articolo nel link seguente:
http://pubs.acs.org/doi/abs/10.1021/ic502420j?journalCode=inocaj