Un anno fa, la missione della University of Pennsylvania diretta da Josef Wegner trovava ad Abido la tomba reale di un nuovo faraone, Seneb-Kay. Oggi, dopo un lungo periodo di studio sui resti ossei, conosciamo la sua fine che è stata decisamente violenta. Infatti, sul corpo, sono evidenti 18 ferite che hanno portato il re alla morte. In modo particolare, ad essere interessati dalle lesioni sono gli arti inferiori con Anche, gambe, caviglie e piedi colpiti da armi da taglio. L’angolo e la direzione delle ferite indicano che Seneb-Kay si trovava in una posizione elevata rispetto ai suoi aggressori, probabilmente su un cavallo o un carro. Una volta caduto a terra, il faraone sarebbe stato finito con due colpi d’ascia alla testa (in foto, si vedono i segni sul cranio). Si delinea, quindi, una morte in battaglia, o comunque durante un attentato; tale ipotesi ben si adatterebbe al II Periodo Intermedio, epoca tumultuosa di rottura dell’unità dell’Egitto e di coesistenza, per niente pacifica, di dinastie parallele.
Secondo gli archeologi statunitensi, Seneb-Kay apparterrebbe alla dinastia vassalla degli Hyksos, la XVI, o, addirittura, a una locale di Abido non ancora identificata (1650-1600 a.C.). Dall’analisi dello scheletro, inoltre, si evince che sarebbe morto tra i 35 e i 40 anni e, guardando le deformazioni delle ossa del bacino e delle gambe, che doveva essere un cavaliere. Si tratta, così, del secondo caso comprovato di morte violenta di un faraone dopo quello di Seqenenra Tao della XVII dinastia, scoperto nella cachette di Deir el-Bahari con il cranio sfondato.