“Anschluss”, passatemi il temine, per il rimpatrio delle antichità egizie. In pochi giorni, Austria e Germania hanno restituito all’Egitto due reperti archeologici esportati illegalmente. Nel primo caso, la polizia austriaca ha consegnato a Khaled Abdelrahman Abdellatif Shamaa, ambasciatore del paese nordafricano a Vienna, un ushabti di XXVI dinastia (672-525 a.C.) che due abitanti di Innsbruck di origini egiziane stavano cercando di vendere per, così dicono i giornali locali, due milioni di euro prima che venissero arrestati lo scorso settembre.
Nel secondo caso, invece, la restituzione è stata volontaria, ma ci sono voluti addirittura 50 anni. Un collezionista di Berlino ha ceduto una maschera funeraria in cartonnage di epoca greco-romana per esaudire l’ultima richiesta dell’ormai defunto padre che la possedeva da mezzo secolo. Il reperto è arrivato mercoledì al Cairo ed è attualmente sotto restauro nei magazzini del Museo Egizio per essere esposto al pubblico.