Luther Sousa, ricercatore presso la University of Winnipeg, ha identificato due oggetti risalenti al regno di Hatshepsut (1479-1457), oggi conservati nel museo antropologico dell’università canadese. In oltre cento anni, nessuno si era accorto che, sui due modellini lignei di zappa e di elevatore oscillante (vedi immagine), si trovava il cartiglio con il praenomen della regina, Maatkara. In particolare, le miniature provengono da uno dei depositi di fondazione del tempio funerario di Deir el-Bahari (anche il nome originale del luogo, “Djeser Djeseru”, è inciso sugli oggetti) scavati nel 1886-88 da Henri Édouard Naville per l’Egypt Exploration Fund (poi diventato Egypt Exploration Society). Furono poi acquistate dal collezionista Albert Edward Hetherington che, a sua volta, le diede all’università tra il 1903 e il 1925 insieme ad altri circa 450 reperti egizi. In realtà, oggetti del genere non sono così rari. I depositi di fondazione sono pozzetti rituali in cui venivano sepolte, tra le altre cose, piccole riproduzioni di attrezzi edili prima della costruzione di un tempio o di una tomba; esemplari provenienti proprio da Deir el-Bahari sono conservati anche nel Museo Egizio di Firenze (foto 1, foto 2), scoperti dalla spedizione franco-toscana di Champollion e Rossellini (1828-29).
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