Come previsto, la vicenda del blocco asportato da Elefantina perché recante due “stelle di David” si è chiusa con una figuraccia delle autorità egiziane.
Il comitato scientifico, composto dal ministro delle Antichità Khaled El-Enany, dal dir. gen. delle Antichità Nubiane Nasr Salama, dal dir. gen. dell’area di Assuan Ahmed Saleh, dal dir. gen. del Museo Copto Atef Nagib Hanna, dall’ispettore delle Antichità Islamiche di Assuan Aladin Suleiman e dal direttore della missione svizzero-tedesca (accusata delle incisioni) Cornelius von Pilgrim, ha stabilito che le stelle sono autentiche e che dovrebbero risalire al VI sec. d.C. o prima. Seguiranno ulteriori studi per giungere a una datazione più precisa.
Il blocco incriminato (Y44) era stato scoperto già nel 1985 e, diversamente da quanto riferito in precedenza, apparteneva al “Tempio Y”, consacrato in epoca romana a Osiride Nesmeti, figlio di Khnum. La struttura comprendeva un naos di 6 x 9 metri e un pronao di 5 x 9 m con interventi decorativi riconducibili a diversi imperatori romani (Nerone, Vespasiano, Domiziano, Traiano). Dell’edificio originale, però, non restano che i blocchi riutilizzati intorno al VI-VII secolo d.C per la realizzazione del muro di un molo lungo la costa N-E dell’isola. Per questo, la missione svizzero-tedesca sta lavorando alla sua ricostruzione dal 2011.
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