(*A scanso di equivoci, il nome della rubrica contiene volutamente un errore ortografico per sottolineare il carattere a dir poco ridicolo di alcune notizie riguardanti l’Egitto che circolano nel web e non solo)
Ancora una volta, ahimè, sono costretto a parlare di alieni e antico Egitto. Siamo a Saqqara, nella mastaba di Ptah-hotep – visir durante il regno del faraone di V dinastia Djedkara Isesi (2420-2380) – dove, in una scena di offerte al defunto, compare una strana figura (vedi immagine in alto). Tra gli officianti, infatti, si nota un umanoide alto poco più di un metro, dalla testa triangolare e dai grandi occhi scuri inespressivi. Gli ufologi non hanno dubbi: si tratterebbe di un “Grigio”, la tipologia di extraterrestri più gettonata negli incontri ravvicinati del III tipo.
Possiamo considerare questo rilievo come la prova definitiva dei contatti tra la civiltà egizia ed entità intelligenti venute dallo spazio? Ovviamente no. I primi dubbi dovrebbero venire notando che, sui siti di fantarcheologia, si trovano solo foto sgranate a bassissima risoluzione che confondono i contorni dell’alieno. In effetti, basterebbe vedere da vicino la figura e, magari, spostare lo sguardo attorno, anche di pochi centimetri, per accorgersi che si tratta dell’ennesima bufala che sfrutta la pareidolia. E.T. altro non è che un grosso contenitore da cui spunta un fiore e due boccioli di loto (immagine a sinistra). Più precisamente, è una complessa variante di vaso-heset con beccuccio usata per le libagioni e spesso associata al loto. Questo dono, insieme a pane, carne, frutta, verdura, tessuti e altro ancora, fa parte delle offerte lasciate sulla tavola o ai piedi di Ptah-hotep. Infatti, si possono vedere una versione ridotta del vaso in mano a uno dei portatori e altri fiori di loto tra i cumuli di oggetti (immagini in basso).