Sequenziato il DNA di 93 mummie di Abusir el-Malek

Sequenziato il DNA di 93 mummie di Abusir el-Malek - Djed Medu

Uno degli argomenti più dibattuti – spesso in ambienti poco scientifici – è l’origine degli antichi Egizi. Avevano la pelle scura o no? Ora, uno studio internazionale – seppur con mille dubbi dovuti all’integrità dei campioni – potrebbe chiarire la questione. Infatti, un gruppo di studiosi della Universität Tübingen, del Max Planck Institute for the Science of Human History in Jena, della University of Cambridge, dell’Accademia Polacca delle Scienze e della Berliner Gesellschaft für Anthropologie, Ethnologie und Urgeschichte hanno analizzato 151 mummie egizie per sequenziarne il genoma.

Tutti questi corpi imbalsamati, conservati tra Berlino e Tübingen, provengono da un singolo sito, Abusir el-Malek (100 km a sud del Cairo), e coprono un periodo che va dal XIV sec. a.C. al V sec. d.C., quindi dall’inizio del Nuovo Regno alla fine del periodo romano. Nonostante un range cronologico così ampio, sembra che il DNA della popolazione sia rimasto abbastanza stabile con forti connessioni con il Levante e addirittura con la gente neolitica dell’Anatolia e dell’Europa. Quindi, la lettura completa del genoma di 3 mummie e quella del DNA mitocondriale (trasmesso solo dalle madri) di altri 90 corpi indicherebbe un’origine vicinorientale almeno per gli abitanti di quell’area. Al contrario, i moderni Egiziani sarebbero maggiormente imparentati con popolazioni del Centro Africa perché, negli ultimi 1500 anni, si riscontra un rimescolamento del genoma con l’arrivo crescente di genti sub-sahariane, probabilmente causato dall’inizio della tratta degli schiavi.

L’articolo originale: https://www.nature.com/articles/ncomms15694