Tempo di abbuffate e di bilanci di fine anno. Devo ammettere di essere molto soddisfatto di questo 2017 che sta per terminare. Il blog ha raggiunto il suo record di visualizzazioni (pur con meno articoli scritti e battendo perfino il 2015 del clamore suscitato dall’affaire Tutfertiti), la pagina Facebook “Djed Medu – Blog di Egittologia” ha superato i 5000 like, i follower di Instagram crescono stabilmente e sono diventato collaboratore di National Geographic Italia. Ah, dimenticavo: ora anche Paperofi ha la sua pagina fb personale! Per quanto riguarda le notizie, l’anno è stato caratterizzato da un numero maggiore di scoperte rispetto al 2016 dovuto soprattutto a una netta ripresa dell’attività archeologica delle missioni egiziane. Tuttavia, il post più cliccato non ha riguardato un ritrovamento vero e proprio ma un aggiornamento, cioè la corretta attribuzione a Psammetico I della grande statua reale individuata ad Eliopoli (foto in alto). Curioso che sul gradino più basso del podio ci sia il pesce d’aprile che parlava sempre dello stesso colosso! Ed ecco una breve carrellata con gli eventi più importanti per ogni mese:
GENNAIO
Dopo le circa 40 tombe individuate nel 2016, altre 12 sepolture rupestri scoperte a Gebel el-Silsila da Maria Nilsson e John Ward. Il mese si è poi chiuso con il ritrovamento casuale della tomba di uno scriba reale ramesside, Khonsu, nella necropoli di el-Khokha, Tebe Ovest (foto), effettuata dagli archeologi giapponesi della Waseda University.
FEBBRAIO
Si è tornati a parlare delle presunte camere nascoste nella tomba di Tutankhamon con una vera e propria svolta imprevedibile. Il nuovo Ministro delle Antichità, Khaled el-Enany, dopo aver escluso Nicholas Reeves dalla ricerca da lui stesso iniziata, ha affidato il progetto a un team italiano.
MARZO
Come già anticipato, la vera scoperta dell’anno è stata quella del colosso di Eliopoli, ritrovato frammentario dalla missione egiziano-tedesca di Dietrich Raue e Ayman Ashmawi. Le operazioni di scavo della statua, che rappresentava Psammetico I, hanno fatto subito il giro del mondo creando non poche polemiche sulle metodologie utilizzate.
APRILE
Il mese è stato caratterizzato da due scoperte di archeologi locali. La prima riguarda addirittura una piramide a Dashur, quella che, qualche settimana dopo, si è rivelata appartenere ad Hatshepsut, figlia di Ameny Qemau (faraone di XIII din.). L’altro ritrovamento è quello della tomba di Userhat (XVIII din.), a Dra Abu el-Naga, poi riutilizzata come cachette durante la XXI dinastia (in foto).
MAGGIO
Come succede ormai da quando ho aperto il blog, l’anno non può chiudersi senza una grande notizia dalla missione del Proyecto Djehuty di José Manuel Galán. Questa volta, nell’area che gli egittologi spagnoli stanno scavando a Dra Abu el-Naga, è venuto fuori addirittura un giardino funerario, il primo del genere ad essere stato scoperto.
GIUGNO
Andando indietro di oltre mille anni, a El-Khawy, nei pressi di El-Kab, la missione congiunta della Yale University e dei Musées royaux d’Art et d’Histoire di Bruxelles ha individuato quello che potrebbe essere il più antico esempio di iscrizione geroglifica monumentale. Secondo il co-direttore John Coleman Darnell, infatti, i segni sarebbero stati incisi sulla roccia circa 5250 anni fa.
LUGLIO
Nonostante il silenzio del team italiano che sta lavorando nella Valle dei Re, una serie di indiscrezioni, fra cui alcune interviste di Zahi Hawass, ha riacceso l’attenzione sull’affaire “Tutfertiti“. La presenza di anomalie dietro le pareti della camera funeraria sarebbe stata confermata; inoltre, sarebbe stata individuata una nuova tomba nei pressi della KV23.
AGOSTO
Otto tombe il “bottino” di agosto: tre tolemaiche a El-Kamil El-Sahrawi, nei pressi del Minya (foto), e cinque di epoca romana a Bir Shagala, nell’Oasi di Dakhla. Le prime sono catacombe con sarcofagi in pietra e loculi scavati nelle pareti. Le seconde, strutture in mattoni crudi, appartenevano alla necropoli di Mut, centro amministrativo dell’oasi.
SETTEMBRE
A ulteriore testimonianza di una presenza più attività sul territorio, per quest’anno, degli archeologi egiziani, la scoperta di un’altra tomba di XVIII dinastia a Dra Abu el-Naga, poi riempita di sarcofagi e mummie nel Periodo Tardo. Così come quella di Userhat, anche la sepoltura di Amenemhat era già nota, ma mai indagata prima d’ora.
OTTOBRE
Nell’arco di una settimana, ben due obelischi (1 e 2) di Antico Regno sono stati ritrovati a Saqqara dalla missione svizzero-egiziana diretta da Philippe Collombert. I monoliti frammentari in granito, i più grandi mai scoperti per quel periodo, appartengono al complesso della piramide di Ankhesenpepi II, moglie di Pepi I (2332-2287) e madre di Pepi II (2279-2184?).
NOVEMBRE
Se non dovessero bastare clamore e speculazioni giornalistiche provenienti dalla tomba di Tutankhamon, ecco il nuovo annuncio dal progetto #ScanPyramids: la prospezione muonica avrebbe rilevato un grande vuoto (spacciato da qualcuno come camera/corridoio nascosto) all’interno della Piramide di Cheope. L’annuncio, però, è stato ridimensionato dalle autorità ministeriali egiziane.
DICEMBRE
L’anno si è chiuso con altre due tombe indagate da archeologi egiziani a Dra Abu el-Naga. Nelle già note Kampp -150- e -161-, sono state scoperte pareti dipinte e centinaia di oggetti di corredo – frammenti di sarcofago, statue, ushabti, coni funerari, ecc. -, ma l’identità dei defunti non è ancora chiara.