In occasione di una visita ufficiale a Tanis (San el-Hagar, Delta Orientale), il segretario generale dello SCA Mostafa Waziry ha annunciato la scoperta di una larga porzione di una stele di Ramesse II (1279-1213 a.C.). Il blocco in granito rosso (che tuttavia sembra appartenere a un muro) mostra il re in atto di fare offerte agli dei. Il ritrovamento è stato effettuato durante i lavori di ampliamento del museo all’aperto del sito che conserva già molte statue e altri reperti attribuibili al grande faraone della XIX dinastia. Infatti, seppur sviluppatasi alla fine della XX dinastia fino a diventare la capitale della XXI e XXII dinastia, l’antica città di Djanet presenta una gran quantità di materiale di reimpiego dalla vicina Qantir che ingannò i primi egittologi che scavarono l’area, tra cui perfino Flinders Petrie (1883-1886) e, inizialmente, Pierre Montet (1929-1951), portandoli a pensare che corrispondesse a Pi-Ramesse.
A tal proposito, sono di questi giorni le dichiarazioni del ministro Khaled el-Enany e di Tarek Tawfik, direttore del Museo Egizio del Cairo, che hanno rassicurato sul futuro del museo della capitale. Nonostante il massiccio trasferimento di reperti verso il nuovo Grand Egyptian Museum, lo storico palazzo di piazza Tahrir continuerà ad accogliere visitatori e proprio il tesoro di Tanis (i ricchissimi oggetti scoperti da Montet nelle tombe intatte di Psusenne I, Amenemope e Sheshonq II) potrebbe prendere il posto nell’esposizione che ancora per poco sarà occupato dal corredo di Tutankhamon.