I “Due Fratelli” di Manchester sono in realtà fratellastri

I "Due Fratelli" di Manchester sono in realtà fratellastri - Djed Medu

Dopo oltre 100 anni, è stata finalmente fatta chiarezza sul grado di parentela di due tra i più famosi inquilini del Manchester MuseumKhnum-nakht e Nakht-ankh (rispettivamente a sinistra e destra nella foto). I due aristocratici vissuti durante la XII dinastia (1900-1780 a.C.) sono stati considerati fratelli fin dalla scoperta della loro sepoltura – ribattezzata appunto “Tomba dei Due Fratelli” – avvenuta nel 1907 a Deir Rifeh, sito del Medio Egitto poco a sud di Assiut. La tomba intatta fu individuata da Erfai, operaio egiziano alle dipendenze di Ernest MacKay e Flinders Petrie, e subito si rivelò tra le meglio conservate del Medio Regno. I testi sui sarcofagi di Khnum-nakht e Nakht-ankh indicano che erano figli di un anonimo governatore locale e della stessa madre, Khnum-aa, così si pensò fossero fratelli. Tuttavia, quando l’anno dopo l’intero corredo funebre fu spedito a Manchester, l’egittologa Margaret Murray mise in discussione quest’ipotesi dopo aver analizzato le mummie senza aver trovato somiglianze tra gli scheletri (celebre è lo sbendaggio di Khnum-Nakht davanti a 500 spettatori; foto in basso).

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Nonostante ciò, la nomenclatura è rimasta sempre la stessa, fortunatamente a ragione vista la conferma arrivata dall’analisi del DNA. Nel 2015, Konstantina Drosou (School of Earth and Environmental Sciences, University of Manchester) ha sequenziato il corredo genetico estratto dai denti, riuscendo per la prima volta per mummie egizie a leggere sia il DNA mitocondriale dipendente dalla madre sia le sequenze del cromosoma Y ereditate dai padri. Si è capito così che Khnum-nakht e Nakht-ankh erano per la precisione fratellastri, avendo la stessa madre e padri diversi.

Lo studio della Drosou – scritto con Campbell Price, curatore della sezione egizia del Manchester Museum, e il genetista Terence A. Brown – è stato pubblicato sull’ultimo numero del Journal of Archaeological Science:

https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2352409X17305631