Come anticipato la scorsa settimana nel mio articolo per National Geographic, l’Italia ha ufficialmente restituito all’Egitto i reperti archeologici sequestrati a marzo nel porto di Salerno. La cerimonia si è tenuta ieri mattina presso la sede del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Roma, alla presenza del Gen. Fabrizio Parrulli, Comandante del Nucleo, di Corrado Lembi, Procuratore di Salerno, dell’Ambasciatore egiziano Hesham Badr, di Mohamed Ezzat, Dirigente Procuratore presso il Gabinetto del Procuratore Generale egiziano, e di Moustafa Waziry (nella foto, con la maschera funeraria), Segretario Generale del Supreme Council of Antiquities.
Secondo quanto riferito dal comunicato stampa, gli oggetti recuperati comprendono circa 23.000 monete in bronzo e argento e 195 reperti di epoca compresa tra il predinastico e il periodo tolemaico, come maschere funerarie, anfore, pettorali dipinti in cartonnage, sculture lignee, bronzi, ushabti e frammenti di sarcofago. Questi pezzi, guardando alle analisi preliminari, potrebbero venire da scavi illegali effettuati nell’area di el-Minya, in Medio Egitto, e non dal Sinai come precedentemente ipotizzato dalle autorità egiziane.