Visitando la tomba di Tutankhamon in realtà virtuale: la Macchina del Tempo

Visitando la tomba di Tutankhamon in realtà virtuale: la Macchina del Tempo - Djed Medu

Quando lo scorso ottobre, trovandomi a Luxor per una missione archeologica, sono passato per la Valle dei Re, ho puntato diretto sulla splendida tomba di Seti I. Non c’era tempo per le altre sepolture, men che meno per la tanto celebrata KV62 che invece, spogliata dei suoi tesori, è forse una delle meno spettacolari della necropoli tebana.

sdrPoco male; l’avevo già vista anni fa e me la sono comunque ritrovata a Firenze (se Maometto non va alla montagna, la montagna va da Maometto), anche se in versione virtuale. Durante tourismA – Salone Archeologia e Turismo Culturale, infatti, tra i tanti stand che affollavano il Palazzo dei Congressi c’era quello del Museo Realtà Virtuale di Bologna che, tramite La Macchina del Tempo, permette ai visitatori di passeggiare tra le strade della città felsinea del XIII secolo o di volare tra le torri medievali che non esistono più. Dallo scorso dicembre, inoltre, il Museo ha sviluppato una nuova ‘attrazione’ che ci riguarda da più vicino: la scoperta della Tomba di Tutankhamon.

Ho avuto modo di provare l’esperienza (eccomi a sinistra) e di parlare con i responsabili che mi hanno gentilmente illustrato il progetto: Massimo Sinigaglia (cofounder “La Macchina del Tempo”), Mario di Bernardo (programmatore e responsabile IT) e Pasquale Barile (egittologo, cofounder HistroyLab, consulente scientifico). Con l’ausilio di un visore e due controller, si prende il posto di Howard Carter e si entra nella tomba così come era nel 1922, cioè ancora piena di oggetti del corredo.

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La posizione dei reperti si basa sulle foto originali di Harry Burton, mentre le dimensioni sono reali perché – e qui si vede la presenza di un esperto – concidono con quelle riportate sui giornali di scavo ancora conservati presso l’archivio del Griffith Institute. Oltre a muoversi nella struttura, si può interagire con l’ambiente picconando le porte sigillate (devo ammettere di aver provato a buttar giù la parete nord della camera funeraria, ma niente…), prendendo in mano gli oggetti, ascoltando spiegazioni e leggendo traduzione e traslitterazione di alcuni testi geroglifici.

Nonostante ci sia ancora qualche bug – soprattutto nella maneggevolezza dei pezzi – e un paio di licenze che comunque migliorano il percorso, l’esperienza è sicuramente realistica: le proporzioni delle stanze sono aderenti all’originale (o almeno posso assicurarlo per l’anticamera perché oltre non si accede nella vera tomba) e la modellazione degli oggetti è stata effettuata con cura. Poi c’è anche qualche chicca, come la possibilità di ascoltare la registrazione  del suono delle due trombe, in argento e bronzo, scoperte nella KV62 che la BBC trasmise in diretta radio nel 1939.

I responsabili mi hanno assicurato che stanno lavorando per correggere i bug e per aggiungere nuovi oggetti, nuovi testi geroglifici e l’Annesso che, come potete vedere nell’immagine in alto, non è raggiungibile. Inoltre, è prevista un’ulteriore ricostruzione virtuale che permetterà di mostrare tutti i reperti non visibili con questa esperienza: il “Museo Carter”, un’esposizione del tesoro di Tutankhamon – soprattutto maschera e sarcofagi – all’interno della vicina tomba di Seti II (KV15), effettivamente usata dai membri della missione dell’egittologo britannico come magazzino e laboratorio fotografico.

www.lamacchinadeltempo.eu