Ultimamente la missione spagnola a Qubbet el-Hawa, Necropoli dei Nobili ad Assuan Ovest, sta facendo parlare di sé con scoperte curiose e inusuali. Dopo il deposito con 11 mummie di coccodrillo, è il turno di quello che potrebbe essere un vero e proprio primato della medicina: il più antico caso di trattamento ginecologico individuato in un contesto archeologico.
La scoperta della “paziente”, in realtà, risale al 2016 (ne ho parlato qui), quando il team di Alejandro Jiménez Serrano (Universidad de Jaén) trovò il sarcofago di Sat-tjeni, prominente nobildonna vissuta nella seconda metà della XII dinastia e già nota da fonti epigrafiche. Sat-tjeni V, infatti, era la sposa del governatore di Elefantina Heqaib II e madre di altri due nomarchi sotto il regno di Amenemhat III (1853-1809 a.C.), Heqaib III e Ameny-Seneb, nelle cui tombe è presente il nome della donna.
All’interno della bella cassa parallelepipeda dipinta in legno di cedro del Libano, il corpo della donna, morta intorno ai 30 anni, era in stato scheletrico con qualche traccia di bende e della maschera funeraria in cartonnage. I suoi resti sono stati studiati da antropologi dell’Università di Granada che hanno pubblicato i risultati delle loro ricerche sull’ultimo numero di Zeitschrift für Ägyptische Sprache und Altertumskunde.
Tra i dati più interessanti c’è una lesione traumatica al bacino che provocava forti dolori a Sattjeni, oltre ad averne pregiudicato la possibilità di avere figli. Più che come rimedio definitivo alla frattura, sarebbe un palliativo la ciotola trovata tra le sue gambe (foto a sinistra). Il contenitore di ceramica, infatti, presenta evidenti segni di bruciature compatibili con le fumigature che avrebbero mitigato la sofferenza della donna anche nell’aldilà.
Secondo i ricercatori spagnoli, sarebbe quindi la prima traccia archeologica di una pratica già conosciuta su papiri medici in cui si consiglia l’uso del fumo per favorire la fertilità e risolvere problemi ginecologici. Nel coevo Papiro di Kahun, ad esempio, si prescrive di esporre la “parte in questione” al fumo della carne arrostita o di un mix di incenso, grasso, birra dolce e datteri (pubblicato in Griffith F. Ll., The Petrie Papyri: hieratic papyri from Kahun and Gurob ; principally of the Middle Kingdom I: Text, London 1897, pp. 6 e 9). Il papiro, scoperto a Kahun da Petrie nel 1889, contiene una serie di rimedi risalenti al 1800 a.C. circa per problemi femminili e riguardanti fertilità, maternità e contraccezione.