Nell’ambito di un progetto di censimento e documentazione delle tombe rupestri dell’area a est di Sohag, Medio Egitto, gli archeologi del Supreme Council of Antiquities hanno individuato ben 250 sepolture scavate nella montagna orientale. La necropoli di al-Hamdiya consiste infatti in una serie di aperture sulla parete della falesia che conducono a stanze interne per lo più realizzate alla fine dell’Antico Regno (2200 a.C. circa) per i membri dell’élite della 9a provincia dell’Alto Egitto. Alcune di queste presentano stele false-porte e uno o più pozzi funerari, altre sono collegate alla camera sepolcrale tramite rampe discendenti.
Le tombe sono però state riutilizzate nei secoli successivi fino all’Epoca tarda e al Periodo tolemaico. Oltre a ciò, il cimitero appare ampiamente già visitato dai tombaroli, tanto che i reperti ritrovati si limitano a qualche vaso di ceramica, vasetti miniaturistici votivi in alabastro, uno specchio in bronzo, ossa umane e animali e i frammenti dei rilievi parietali che in origine raffiguravano il defunto e scene di vita quotidiana.