Zahi Hawass scaverà nei pressi dell’iscrizione di Ramesse III in Arabia Saudita

Zahi Hawass scaverà nei pressi dell'iscrizione di Ramesse III in Arabia Saudita - Djed Medu
Source: see.news (elaborazione grafica: M. Mancini)

Questa volta è proprio il caso di chiamarlo… Zahi d’Arabia.

L’archeologo più famoso d’Egitto sta per “espatriare” momentaneamente per dirigere, il prossimo novembre, una missione in Arabia Saudita. Ad annunciarlo è stato lo stesso Hawass dopo un incontro con Jasir al-Harbash, capo della Commissione Patrimonio storico saudita (nella foto in alto). La campagna di ricognizione e scavo si terrà per almeno tre mesi a Tayma, oasi nel nord del paese dove, nel 2010, è stata scoperta la prima iscrizione in geroglifico egiziano in Arabia Saudita.

Su una parete rocciosa archeologi locali avevano individuato due colonne e una linea di segni con i cartigli, alti 60 cm, del faraone Ramesse III (1186-1155 a.C.):

Zahi Hawass scaverà nei pressi dell'iscrizione di Ramesse III in Arabia Saudita - Djed Medu1. nswt bity nb tAwy Wsr-MAat-Ra mry Imn
2. sA Ra nb xaw Ra-ms-s(w) HqA Iwnw
3. mry HqA aA (n) tA nb
1. Re dell’Alto e Basso Egitto, Signore delle Due Terre Usermaatra amato da Amon
2. Figlio di Ra, Signore delle Corone, Ramesse Principe di Eliopoli
3. Amato dal “grande principe di tutte le terre”

L’iscrizione è simile ad altre 2 trovate nel Sinai (Wadi Abu Gada) e una nel sud del Deserto del Negev (Themilat Radadi), a indicare il possibile tracciato di una pista carovaniera orientale. D’altronde, di Ramesse III sappiamo già dal Papiro Harris I che organizzò spedizioni commerciali a Punt e proprio verso est, alla ricerca di rame a Timna e di turchese nelle miniere di Serabit el-Khadim. Ma è indubbia l’importanza di una testimonianza così estrema e lontana dalla costa del Mar Rosso (ben 400 km dal Golfo di Aqaba) che potrebbe far pensare a una via commerciale verso il sud della penisola arabica, luogo da dove proveniva il prezioso incenso.

La presenza dell’iscrizione a Tayma non è casuale. Tra le aree archeologiche più importanti dell’Arabia Saudita, l’oasi era frequentata già a partire da 85.000 anni fa, ma in epoche meno remote divenne uno snodo economico fondamentale dove confluivano diverse vie commerciali. Tayma è infatti citata nelle fonti babilonesi e assire e le rocce dell’area conservano la tracce del passaggio di una moltitudine di genti che hanno lasciato petroglifi e incisioni nelle loro lingue (come quelli a sinistra dei cartigli). Inoltre, già gli archeologi sauditi e quelli tedeschi del Deutsches Archäologisches Institut avevano trovato in zona scarabei di epoca ramesside e amuleti in faience databili dal XII al IX sec. a.C.

Per approfondire:

EN: https://www.jstor.org/stable/41623650

EN: https://www.academia.edu/9185284/_A_road_to_the_Arabian_Peninsula_in_the_reign_of_Ramesses_III_in_F_Förster_H_Riemer_Desert_Road_Archaeology_Africa_Praehistorica_27_2013

FR: https://halshs.archives-ouvertes.fr/halshs-01175620/document