Terminato il prelievo e il trasferimento presso il Grand Egyptian Museum di tutti i pezzi della seconda barca solare di Cheope, è stata annunciata ufficialmente la seconda fase che porterà all’esposizione dell’imbarcazione accanto alla prima che, fino a un anno fa, era ai piedi della Grande Piramide.
Il comunicato stampa è stato rilasciato lo scorso 31 agosto, in occasione della visita al GEM dell’ambasciatore giapponese in Egitto, Oka Hiroshi, accompagnato da autorità egiziane. La missione incaricata, ormai dal 2008, di portare avanti il “Khufu Solar Boat Restoration Project” è infatti nipponica ed è diretta da Sakuji Yoshimura (Waseda University). È previsto che ci vorranno circa 4 anni per riassemblare i 1698 frammenti.
Le due barche di circa 45 metri, che accompagnarono le spoglie del faraone durante i riti funebri e nel suo viaggio nell’aldilà, erano infatti sepolte in due fosse a sud della Grande Piramide. La prima fu scoperta nel 1954 dall’archeologo egiziano Kamal el-Mallakh e per riassemblarla ci vollero 13 anni, fino al 1982, quando la barca fu esposta in un museo costruito appositamente su progetto dell’architetto italiano Franco Minissi (a questo punto ci si augura che la vista meridionale del monumento sia definitivamente liberata da questa ingombrante presenza). La seconda, invece, è stata individuata con precisione nel 1987 grazie all’uso del georadar, ma a causa del peggiore stato di conservazione del legno, evidente dalle immagini riprese da telecamere endoscopiche (foto in alto), si è aspettato solo gli ultimi anni e tecnologie più avanzate per procedere con il restauro.