Il sito di Tuna el-Gebel, nel governatorato di el-Minya, e in particolare l’area di Al-Ghuraifa, è, dopo il Bubasteion di Saqqara, la principale fonte delle ultime scoperte archeologiche in Egitto. Fin dall’apertura nel 2017, infatti, la missione diretta da Mostafa Waziry, segretario generale del Supremo Consiglio delle Antichità, è stata protagonista di importanti ritrovamenti ogni anno, soprattutto tombe di funzionari e sacerdoti di Thot vissuti nel Periodo tardo (664-332 a.C.).
Questa volta, però, è stata annunciata una necropoli più recente, risalente cioè al Nuovo Regno (1550-1069 a.C.), per la prima volta nella zona in questione. Pochi giorni fa, Waziry ha tenuto una conferenza stampa in cui, come di consueto, a stampa locale e straniera e ambasciatori vari sono stati illustrati i risultati dell’ultima campagna di scavo e mostrati alcuni tra i principali reperti individuati.
Le tombe rupestri mostrano un evidente riutilizzo in epoche successive, come si evince da tipici oggetti di corredi funerari di Epoca tarda, come ushabti, cassette in legno, canopi, stele, amuleti, statuette di Ptah-Sokar-Osiride. Il culmine dell’evento è però coinciso con l’apertura di un sarcofago dipinto appartenuto a una sacerdotessa della XXVI dinastia (672-525 a.C.), Ta-di-Iset, figlia di Iret-heru, sommo sacerdote di Thot nella città di Ashmunin. Tralasciando la curiosa somiglianza con Marge Simpson della dea Nut raffigurata nella parte interna del coperchio (foto in cima all’articolo), la mummia della donna era corredata da una reticella funeraria e da una bella maschera in cartonnage dorato (foto in basso). Ta-di-Iset era poi accompagnata da due casse con i canopi, un set di ushabti e soprattutto un papiro, ribattezzato Papiro Waziry 4 (foto in alto), perfettamente conservato con formule e vignette del Libro dei Morti, la cui lunghezza stimata è di 13-15 metri (seppur altre fonti riportano le misure in piedi, quindi 4-4,5 m).