Con un po’ di ritardo, segnalo un’interessante notizia che viene, questa volta, dal Sudan. Circa 10 giorni fa, in attesa della pubblicazione ufficiale, sono stati resi noti alcuni risultati dell’VIII campagna di scavo italo-russa ad Abu Erteila, circa 200 km a nord dalla capitale Khartum. La missione, patrocinata dall’Istituto italiano per il Medio ed Estremo Oriente (IsMEO) e dall’Institute of Oriental Studies of the Russian Academy of Sciences e diretta dal prof. Eugenio Fantusati (“Sapienza” – Università di Roma) e dalla dott.ssa Eleonora Kormysheva, lavora dal 2008 nel sito nubiano sviluppatosi in piena età Meroitica classica (III-I sec. a.C.) nella cosiddetta “isola di Meroe”, all’incrocio tra Nilo, Nilo Azzurro e Atbara. In particolare, le scoperte più rilevanti, effettuate tra novembre e dicembre dello scorso anno, si concentrano in corrispondenza del naos di un tempio del I sec. a.C.-I sec. d.C. la cui divinità non è stata ancora individuata. Qui, infatti, sono stati ritrovati un altare rituale in basalto e un basamento (vedi foto), forse per barca sacra, con figure divine e i cartigli con i nomi, scritti in geroglifico egiziano, del re Natakamani e della regina Amanitore che gli successe (12 a.C.-20 d.C.).
P.S. Ringrazio il dott. Marco Baldi, vice-direttore della missione, per avermi gentilmente fornito queste informazioni (Che strano riprendere in mano il testo del mio primo esame universitario! Fantusati E., Antica Nubia. Storia dell’alta valle del Nilo, Roma 1999).