Ieri (5 agosto), alla presenza delle più alte cariche del Ministero delle Antichità, di Giuseppina Capriotti Vittozzi, direttrice del Centro Archeologico Italiano dell’IIC Cairo, e del neo-ministro italiano degli Affari Esteri Enzo Moavero Milanesi (al centro nella foto in alto), è stata inaugurata presso il Museo Egizio del Cairo una mostra temporanea interamente dedicata all’Italia. Infatti, i circa 180 oggetti esposti nel salone centrale all’ingresso del museo provengono tutti da scavi di missioni italiane o da sequestri effettuati nel nostro Paese.
Il pezzo più celebre – e per questo usato per la locandina dell’evento (immagine a destra) – è senza dubbio la statua in granito rosa da Tanis del faraone Merenptah (1213-1203) portatore di stendardo che si trova nel giardino, proprio di fronte all’entrata principale.
Poi non poteva mancare l’apporto della M.A.I., la missione del Museo Egizio di Torino che con Schiaparelli ha indagato dal 1903 al 1920 diversi siti lungo tutta la Valle del Nilo, e di quelle successive di Giulio Farina. Per questo contesto, sono esposti uno dei più antichi papiri amministrativi mai ritrovati – dall’archivio di Antico Regno di Gebelein, restaurato nel 2005 da Corrado Basile (’Istituto Internazionale del Papiro e Museo del Papiro, Siracusa) – e una lampada dalla tomba di Kha, uno dei pochi oggetti del corredo dello scriba sepolto a Deir el-Medina a non essere conservato nel museo torinese.
Dietro le vetrine ci sarà anche il tesoretto di 171 monete d’oro (solidi aurei di epoca bizantina battuti tra Costanzo II e Giustiniano I) scoperto nella necropoli nord di Antinopoli dall’Istituto Papirologico “G. Vitelli” di Firenze (qui la pubblicazione).
Inoltre, tra i reperti scoperti durante le campagne di scavo dirette da Edda Bresciani (Università di Pisa), sono stati scelti il magnifico sudario di epoca romana dal pozzo a sud della tomba di Bakenrenef (Saqqara) e una stele dedicata alla dea cobra Renenutet/Thermutis da Medinet Madi nel Fayyum.
Infine, l’acquisizione più “recente” è un’altra stele (immagine a sinistra), questa volta scoperta dalla missione dell’Università “L’Orietale” di Napoli a Mersa Gawasis sul Mar Rosso, che racconta di una spedizione verso la mitica terra di Punt durante il regno di Amenemhat III (1846-1801).