Un altro scandalo potrebbe scuotere le alte sfere del il Ministero delle Antichità. Nei giorni scorsi, è trapelata una notizia, ancora non confermata, che metterebbe di nuovo in discussione la gestione e la conservazione delle antichità da parte delle autorità egiziane. La bellissima statua in basalto del toro Api, realizzata per il nuovo Serapeo durante l’impero di Adriano (117-138), avrebbe subito gravi danni durante il trasporto dal Museo Greco-Romano di Alessandria (num. d’inventario 3512) al Museo Marittimo dove avrebbe dovuto essere preparata per un nuovo spostamento, questa volta più lungo, verso l’Europa. La scultura, infatti, farà parte dell’esposizione itinerante “Egypt’s Sunken Secrets” che porterà a Parigi, Berlino e Londra le grandi scoperte subacquee di Franck Goddio.
Nel frattempo, è arrivata una risposta ufficiale tramite Elham Salah, direttrice del Dipartimento dei Musei del ministero, che ha smentito le accuse del gruppo Egypt’s Heritage Task Force affermando che la statua è integra e che il restauro che sta subendo, dopo il primo alla fine dell’800 e quello di una decina di anni fa, sarebbe un semplice trattamento di routine in previsione del viaggio verso la capitale francese. Le lesioni, invece, sarebbero le stesse riscontrate dopo la scoperta del 1895. Ma, dopo la figuraccia della “barba di Tutankhamon“, è difficile credere alle dichiarazioni dei funzionari dell’MSA e, inoltre, dalle foto che stanno circolando sul web (vedi in basso), sembrerebbe che le fratture siano nuove, soprattutto in corrispondenza delle zampe del toro.