Bufale eGGizie*: le sirene nell’antico Egitto

Bufale eGGizie*: le sirene nell'antico Egitto - Djed Medu

(*A scanso di equivoci, il nome della rubrica contiene volutamente un errore ortografico per sottolineare il carattere a dir poco ridicolo di alcune notizie riguardanti l’Egitto che circolano nel web e non solo)

Bufala veloce veloce che sfrutta il clamore mediatico scoppiato alla notizia della scelta di un’attrice di colore (Halle Bailey) per il ruolo di Ariel nel nuovo reboot in live action de “La Sirenetta”. Beh, secondo alcuni le sirene esisterebbero (o sarebbero esistite) e gli antichi Egizi lo avrebbero saputo. Il tutto parte da un documentario, “Mermaids: The Body Found”, andato in onda nel 2012 su Animal Planet e – manco a dirlo – su Discovery Channel. La trasmissione racconta la ricerca di presunti scienziati che alla fine scoprono una di queste creature fantastiche, anche grazie alle tracce provenienti dal passato. Tra quest’ultime, spicchano disegni ritrovati in una caverna in Egitto che mostrerebbero strane figure umane con coda di pesce.

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Source: wikipedia.org

Peccato che tutta l’operazione sia palesemente un mockumentary, cioè un falso documentario – come è perfino riportato nei titoli di coda – che usa attori, fatti inventati e ricostruzioni digitali a mero scopo d’intrattenimento. Il problema è che l’ammissione è volutamente ambigua per fare più audience e che la gente spesso è poca attenta; per questo, a volte bisogna specificare anche l’ovvio. I dipinti rupestri mostrati non sono altro che alterazioni di quelli realmente esistenti nella cosiddetta “Caverna dei nuotatori” a Gilf Kebir (immagine a sinistra), sito neolitico di 10.000 anni del Deserto Occidentale al confine con la Libia.

Immagine

L’immagine all’inizio dell’articolo, invece, si liquida veramente in due secondi perché è un classico utilizzo pareidolico dei geroglifici da parte di chi non conosce la lingua egizia e si basa solo su somiglianze iconografiche (recentemente, ad esempio, è tornata alla ribalta la questione di rilievi egiziani che rappresenterebbero spermatozoi). La figura al centro, quindi, non è una sinuosa sirena ma un povero uomo legato – o, più precisamente, incaprettato – che corrisponde a una variante del segno A13 della lista di Gardiner, determinativo di parole come “nemico”, “ribelle”, “prigioniero” ecc.