(*A scanso di equivoci, il nome della rubrica contiene volutamente un errore ortografico per sottolineare il carattere a dir poco ridicolo di alcune notizie riguardanti l’Egitto che circolano nel web e non solo)
Per Pasqua non potevo farvi mancare un bell’uovo, anche se spero non vi offendiate se ha più di 6000 anni. Sarà un po’ stantio, ma il pensiero è quel che conta! Si tratta, infatti, di un uovo di struzzo che risale al 4400-4000 a.C. (Naqada I) e che, attualmente, è esposto nel Museo Nubiano di Assuan. Tuttavia, il cosiddetto “Uovo di Assuan” è famoso soprattutto per la sua particolare decorazione che ha spinto alcuni fantasiosi amanti della fantarcheologia a utilizzarlo come pretesto per la solita retrodatazione delle piramidi di Giza. Sulla superficie del guscio, sarebbe incisa una perfetta cartina geografica della Valle del Nilo con la rappresentazione del corso del fiume fiancheggiato dalle terre fertili, della pseudo-oasi del Fayyum e del profilo dei tre monumenti funebri posti proprio a nord-ovest (immagine in alto). Così, le piramidi non sarebbero opera di Cheope, Chefren e Micerino, ma risalirebbero ad almeno due millenni prima. I tre triangoli si ripetono anche nell’altro lato dell’uovo, questa volta affiancati da una linea zigzagante ancora una volta interpretata come il Nilo. Alcuni si spingono addirittura a misurarne un’inclinazione di 23° che coinciderebbe con quella dell’asse terrestre. Inoltre, va da sé che una tale vista dall’alto del territorio implicherebbe anche la capacità di volare, con tutto un bagaglio di altre bufale accessorie.
Ovviamente non è così, ma partiamo dal principio. L’uovo (Figg. d, e-1 in basso) è stato scoperto alla fine degli anni ’10 del secolo scorso dall’egittologo britannico Cecil Mallaby Firth in una tomba infantile (n° 96) del Cimitero 102 di Dakka, un sito a sud di Assuan ora sommerso dal Lago Nasser. Oggetti simili avevano una doppia valenza, funzionale e rituale: erano contenitori di liquidi (si vede dal foro in cima) e simboleggiavano la rinascita dopo la morte; non a caso, anche l’altro esemplare ritrovato nel sito (Fig. e-2) apparteneva al corredo funebre di un bambino.
Per quanto riguarda la decorazione, invece, non esiste alcun mistero poiché i motivi adottati sono perfettamente conformi alla produzione ‘artistica’ predinastica. Foto sfocate e tagliate ad hoc possono creare qualche suggestione, ma i due fiumi sono in realtà un serpente e uno struzzo, come si può vedere in altri esempi dell’epoca qui in basso e in quello più recente individuato nel 2015 a Qubbet el-Hawa.
Stesso discorso vale per i triangoli, nonostante quanto detto da Osama Abdel Meguid, il direttore del Museo Nubiano, che, in una vecchia puntata di Voyager, affermò che sull’uovo, accanto allo struzzo (almeno questo…), si trova la più antica rappresentazione di piramidi, pur non azzardandosi a fare riferimento a Giza. Immagino – o, più che altro, spero per lui – che si trattasse di una trovata pubblicitaria perché qualsiasi egittologo saprebbe che anche questa iconografia è diffusissima sui vasi predinastici. La forma è semplicemente la stilizzazione di una montagna o, più in generale, di un’altura (collina, duna di sabbia) e quindi era utilizzata per connotare un’area montuosa.
Inoltre, il numero tre indicava una pluralità indeterminata, convenzione successivamente adottata nella forma geroglifica. I tre colli, infatti, diventeranno un segno determinativo (N25 nella lista di Gardiner; in fondo a sinistra) inserito nel nome, come detto, di località montuose ma anche dei paesi stranieri, concettualmente connessi con la montagna e il deserto perché esterni alla Valle del Nilo. I primi esempi del genere coincidono addirittura con le più antiche testimonianze conosciute di scrittura egizia (3320-3150 a.C.), scoperte nella tomba U-j di Umm el-Qa’ab, nei pressi di Abido. Da questa sepoltura, forse appartenuta al re Scorpione I, provengono vasi con segni d’inchiostro, impronte di sigillo e soprattutto etichette d’osso e avorio (immagini in basso) che recano toponimi interpretati come un’embrionale suddivisione amministrativa del territorio alla fine del Predinastico.