Oggi, la Corte Penale di Giza guidata dal giudice Mahmoud Kamel Sami ha condannato a 5 anni di carcere i nove imputati nel caso del furto di campioni dalla Piramide di Cheope (qui i particolari). Ad essere puniti saranno sei cittadini egiziani, tra cui tre custodi della piramide e un proprietario di un’agenzia turistica, complici di Dominique Görlitz, Stefan Erdmann e il loro cameraman che avevano portato in Germania frammenti di intonaco dalla cosiddetta “Campbell’s Chamber” per provare la datazione della struttura a 13.000 anni fa. Ovviamente, i tre tedeschi non sono reperibili.
Ma a far scalpore è la notizia che sta rimbalzando tra le agenzie di stampa locali e che parla di un presunto coinvolgimento dell’ex Ministro delle Antichità, Zahi Hawass. La Corte avrebbe deferito alla procura generale Hawass, già accusato più volte di corruzione e di spreco di denaro pubblico, per aver infranto la legge e per non aver adottato le misure necessarie per impedire il reato. Sembrava strano, infatti, che senza il benestare dall’alto, i tre siano entrati con strumentazioni ingombranti e ben visibili in aree normalmente chiuse al pubblico e fuori l’orario di apertura.