“L’Egitto di Provincia”: Castello del Buonconsiglio, Trento

"L'Egitto di Provincia": Castello del Buonconsiglio, Trento - Djed Medu

Viaggiando per l’Italia, mi è capitato spesso di visitare piccoli musei locali e di trovarvi un ushabti, un udjat o un frammento di sarcofago. Tutti conoscono le grandi collezioni egittologiche di Torino, Firenze, Milano o Bologna, ma sembra che ogni raccolta civica abbia il suo pezzo d’Egitto. Sono sempre stato curioso di conoscere la storia di questi oggetti e il percorso che li ha portati anche in paesini sperduti, così, ho deciso di inaugurare una nuova rubrica del blog, “L’Egitto di Provincia”, in cui parlerò, di volta in volta, di una di queste collezioni sconosciute ai più. Naturalmente saranno inclusi anche i musei di grandi città che, però, sono poco noti al pubblico.

Inizierò occupandomi del posto in cui mi è venuta l’idea e chiedo scusa da subito per la qualità delle foto, ma non mi aspettavo di trovarmi di fronte a reperti egizi nel Castello del Buonconsiglio a Trento.

Il castello è la risultante della stratificazione di opere difensive ed edifici residenziali che si sono susseguiti nel corso degli anni. Luogo pregno di storia, dal XIII secolo fino alla fine dell’XVIII, è stato l’abitazione dei principi vescovi di Trento, per poi diventare caserma militare dell’esercito austriaco. Proprio qui, infatti, nel 1916 vennero processati e giustiziati gli irredentisti Cesare Battisti, Fabio Filzi e Damiano Chiesa.

Ogni parete è ricoperta dagli affreschi tardo-medievali e rinascimentali, tra cui spicca il celeberrimo “Ciclo dei Mesi”  attribuito al maestro Venceslao che l’avrebbe realizzato intorno al 1400. La cima della Torre dell’Aquila è decorata con pitture che rappresentano uno spaccato di vita quotidiana, ricchissimo di particolari, attraverso 11 mesi dell’anno (Marzo era stato realizzato su un supporto ligneo andato perso in un incendio). Ogni quadro è accompagnato dal segno zodiacale corrispondente.

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Le sale, opere d’arte in sé, conservano collezioni di diverso tipo: quadri, mobili, sculture, maioliche, monete e codici. Esiste anche una collezione archeologica che racconta la storia del Trentino dal Paleolitico Superiore all’Alto Medioevo. E qui, con mio grande stupore, ho trovato due belle stanze (le prime che s’incontrano dopo l’ingresso) dedicate a reperti provenienti dalla Valle del Nilo. Evidentemente gli antichi Egizi non sono mai andati a sciare a Madonna di Campiglio e questa raccolta ha una spiegazione comune a tante altre in Europa: l’egittomania ottocentesca. Taddeo Tonelli, ufficiale asburgico nato a Levico (TN) nel 1778, come tanti suoi nobili coevi, passò la prima metà del XIX sec. a raccogliere opere d’arte di ogni tipo, mirabilia e antichità esotiche. Alla sua morte, nel 1858, il Comune di Trento ebbe in eredità 36 casse di legno di reperti catalogati in 64 fascicoli.

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Tra tutti questi oggetti, ci sono centinaia di amuleti (soprattutto scarabei) e ushabti che costituiscono la quasi totalità della collezione egittologica. E’ possibile ammirare anche una maschera funeraria in foglia d’oro della XVI din. (vedi sopra), frammenti di sarcofagi, stele funerarie e parti di mummie umane (piedi, mani e perfino un pene, testimonianze del commercio a scopo farmaceutico-afrodisiaco di questi pezzi di cadavere).

Infine, una vetrina (vedi foto a sinistra) è dedicata a una mummia di gatto (XXVI-XXX din.) in perfetto stato di conservazione accompagnata da alcune statuette di Bastet. I resti dell’animale sono stati analizzati presso l’ospedale Santa Chiara di Trento e i risultati della TAC sono mostrati attraverso foto e un video.
 

http://www.buonconsiglio.it/index.php/it/Castello-del-Buonconsiglio