Ormai da qualche anno si leggono sul web titoli clickbait sull’origine extraterrestre di un pugnale trovato nella tomba di Tutankhamon. Ora se ne stanno aggiungendo altri su una presunta provenienza mitannica.
L’arma, lunga circa 34 cm, era posizionata sopra la coscia destra della mummia del giovane faraone (foto in basso). La guaina d’oro è decorata con motivi a piuma da un lato e floreali dall’altro; il manico, invece, è adornato con granulazione d’oro, intarsi in pasta vitrea e un pomello in cristallo di rocca. Ma quello che colpisce in questo caso è il materiale della lama, la cui origine “spaziale” era stata già confermata da uno studio italo-egiziano del 2016. Il regno di Tutankhamon (1332-1323 a.C.), infatti, è collocato nell’Età del Bronzo, quando non esistevano ancora le tecnologie per la fusione del ferro; pertanto, i rari – e alcune volte anche molto più antichi – casi in cui è attestato l’utilizzo di questo metallo in Egitto derivano da una difficile lavorazione di una materia prima proveniente da meteoriti.
Non si sa precisamente come gli artigiani forgiassero il ferro meteoritico, ma i ricercatori giapponesi del Chiba Institute of Technology hanno cercato di trovare una risposta al quesito grazie a un recente studio sul pugnale, pubblicato su Meteoritics & Planetary Science. Grazie ad analisi chimico-fisiche non distruttive, come la spettrofotometria XRF, è stato stabilito che l’oggetto potrebbe essere stato lavorato a bassa temperatura, cioè inferiore ai 950° C.
Inoltre, è stata evidenziata una quantità di nichel tipica delle ottaedriti e che le piccole macchie scure ricche di zolfo sulla lama sarebbero inclusioni di troilite, frequenti ancora una volta nelle meteoriti ferrose. Quindi, confermata la genesi meteoritica del ferro… e qui bisognerebbe fermarsi. L’articolo, però, in un modo un po’ troppo speculativo, va oltre e parla di una provenienza straniera per l’utilizzo dell’intonaco di calce come fissante delle decorazioni dell’elsa; inoltre, si spinge a ipotizzare un’origine mitannica (fra l’altro sbagliando a posizionare il regno in Anatolia). Se è vero che in due lettere (EA 22 I, EA 22 III) che il re dei Mitanni Tushratta inviò al nonno di Tut, Amenofi III, siano menzionati oggetti simili al pugnale tra i doni effettuati in occasione del matrimonio del faraone con la principessa mitannica Tadukhipa, non è possibile definirne una corrispondenza sicura con quello trovato nella KV 62.
L’articolo completo: https://onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1111/maps.13787