Alcune mummie possono nascondere una sorpresa. Se ne sono accorti ai Musei Vaticani, quando, nell’ambito del “Vatican Mummy Project”, sono stati analizzati quelli che si credeva fossero i corpi imbalsamati di due bambini. I risultati di questa ricerca verranno presentati oggi alle 16:00 presso la Sala Conferenze dei Musei da, tra gli altri, Alessia Amenta, direttrice del Reparto di Antichità Egizie e del Vicino Oriente, e Ulderico Santamaria, responsabile del Laboratorio di Diagnostica per la Conservazione ed il Restauro.
In particolare, il restauro di una delle due “mummie” di 60 cm ha rivelato l’utilizzo di bende di epoca faraonica cosparse, però, di una resina presente solo in Europa. La copertura, invece, è realizzata in cartonnage con una lamina di stagno sul volto, “antichizzata” grazie a una resina gialla. La TAC ha mostrato la presenza di una tibia di adulto risalente al Medioevo, inserita nel groviglio di lino nella prima metà dell’Ottocento.
La realizzazione di questi “tarocchi” era più frequente di quello che si pensasse. La stessa dott.ssa Amenta ne ha individuati circa quaranta in Europa, tra cui due a Firenze, uno a Milano, quattro a Torino e uno a Venezia. Le false mummie erano costruite nel XIX secolo quando, dopo la spedizione in Egitto di Napoleone, collezionisti privati e i primi musei andavano letteralmente a caccia di questi reperti (qui approfondimenti sull’egittomania e sui “Mummy Unwrapping Parties”). Si creò, così, un vero e proprio business e, si sa, quando circolano tanti soldi, si trovano sempre falsari e polli da spennare.
Per info sulla conferenza: http://mv.vatican.va/2_IT/pages/z-Info/MV_Info_Conferenze37.html