“Egitto di Provincia”: Museo Archeologico al Teatro romano di Verona

"Egitto di Provincia": Museo Archeologico al Teatro romano di Verona - Djed Medu

Non solo Giulietta e Romeo, arena e pandoro. Verona è una città meravigliosa con una lunga storia impressa nei vicoletti che corrono attorno alle rive dell’Adige. Tra le fasi più gloriose del passato scaligero c’è senza dubbio quella romana che ha lasciato vestigia impressionanti, spesso immerse nella stratificazione dei monumenti di epoche successive. Ne è un esempio il teatro, costruito in età augustea (fine I sec. a.C.) ai piedi del Colle San Pietro e, una volta rudere, occupato da un intero quartiere medievale con case e chiese (come quella dei Santi Siro e Libera il cui aspetto attuale risale al XVII sec.). Il sito fu scavato solo, a più riprese, tra 1834 e 1971, diventando nel frattempo sede del museo archeologico che utilizza gli spazi di palazzo Fontana e del quattrocentesco convento dei gesuati.

Inaugurato ufficialmente nel 1924, il museo civico, oggi Museo archeologico al teatro romano, raccoglie reperti scoperti durante gli scavi nella città o appartenuti a collezioni private e poi donati al Comune di Verona. Tra questi si annoverano anche antichità egizie o egittizzanti che possono essere raggruppate in due nuclei.

"Egitto di Provincia": Museo Archeologico al Teatro romano di Verona - Djed Medu

Il primo gruppo è da collegare al Santuario di Iside e Serapide, divinità egizie molto amate a Roma e a cui probabilmente era consacrato un tempio del II sec. d.C. sulla terrazza superiore del teatro. Non è un caso perché isei e serapei erano spessi connessi a teatri nel mondo romano. In realtà non se ne conosce con certezza l’ubicazione, ma i frammenti di statue e le epigrafi dedicatorie non lasciano dubbi. In una vetrina al quinto piano (foto in alto), infatti, l’allestimento comprende basi e altari votivi, oggetti in marmo autoctoni, altri in materiali egiziani (basalto; in basso a sinistra) o direttamente provenienti dalla Valle del Nilo, come la testa di una sfinge in granito rosso (in basso al centro).

Il secondo gruppo fa parte dei 130 piccoli oggetti della mostra “Animali nel mondo antico” (fino al 1 ottobre 2023) che includono anche alcuni reperti egizi o falsi che di solito non sono esposti. Sono pezzi di origine antiquaria, a partire dalle collezioni settecentesche di Francesco Muselli e Jacopo Verità fino a quelle ottocentesche di Carlo Alessandri e dei missionari operanti in Africa. Abbiamo classici bronzetti di divinità zoomorfe, urei, scarabei, una statuetta di Osiride e una di gatto (immagine a destra).

Egitto Veneto: https://t.ly/PfRR

https://museoarcheologico.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=54358