Un’altra notevole scoperta dal sempre prolifico Gebel el Silsila Survey Project. La squadra diretta da Maria Nilsson e John Ward (Lund University, Svezia) ha individuato due gruppi scultorei in rilievo risalenti al Nuovo Regno. Le statue si trovano in fondo a due cappelle rupestri già studiate in precedenza dalla missione epigrafica dell’EES di Ricardo Caminos (1955-1982), ma erano state obliterate da detriti provocati dall’erosione della roccia e da passati terremoti. Il primo gruppo si trova in fondo alla Cappella 30 e rappresenta il proprietario in veste di Osiride seduto insieme alla moglie che gli mette un braccio sulla spalla (vedi in basso). In fondo alla Cappella 31, invece, Neferkhewe (aspetto conferme ufficiali sul nome perché i dispacci del Ministero delle Antichità non sono sempre precisi nelle traslitterazioni), “Supervisore alle terre straniere” sotto Thutmosi III (1479-1424), è ritratto, sempre in foggia osiriaca, insieme alla moglie, al figlio e alla figlia (foto in alto). Gebel el-Silsila, situato tra Edfu e Kom Ombo, è il più grande sito di antiche cave d’arenaria d’Egitto, ma presenta anche numerosi templi, stele e sacelli scavati nelle scarpate ai due lati del Nilo. Tra queste strutture, ci sono proprio una trentina di cappelle private come quelle precedentemente descritte fatte realizzare soprattutto da ufficiali della XVIII dinastia per il culto dei defunti. Per la maggior parte dei casi, si tratta di una facciata decorata con formule di offerta che conduce a una singola stanza quadrata o rettangolare che presenta sul fondo una nicchia con l’effige del committente e di familiari seduti. La posizione difficilmente raggiungibile, però, suggerisce che i riti funebri non fossero effettivamente praticati.