Identificato il ramo prosciugato del Nilo usato per la costruzione delle piramidi

Identificato il ramo prosciugato del Nilo usato per la costruzione delle piramidi - Djed Medu

Un ramo estinto del Nilo lungo il quale sorgevano 31 piramidi. Sarebbe esistito un corso d’acqua, ormai insabbiato ai margini del Deserto occidentale, utilizzato per trasportare materiale da costruzione per circa 1000 anni. La scoperta è il frutto di un recente studio della geologa Eman Ghoneim (University of North Carolina Wilmington) e colleghi, pubblicato su Communications Earth & Environment, rivista scientifica del gruppo editoriale di Nature.

In realtà, diversi egittologi avevano già in passato presentato questa ipotesi per spiegare la presenza di tutte quelle piramidi, dall’Antico Regno al II Periodo Intermedio, allineate lungo una stretta striscia in una zona desertica. Due anni fa, ad esempio, uno studio paleobotanico aveva identificato il cosiddetto “ramo di Khufu”, sfruttato per portare i pesanti blocchi di pietra verso le piramidi di Giza.

Questa volta ci sarebbero delle prove oggettive che evidenziano un ramo lungo 64 km, ribattezzato per l’appunto Ahramat (“Piramidi” in arabo), scorso da Lisht a Giza. Grazie alla combinazione di telerilevamento da satellite, prospezioni geofisiche (georadar e tomografia elettromagnetica) e carotaggi del suolo, è emerso un canale dalla profondità superficiale compresa tra 2 e 8 metri e una larghezza di 200-700  m, paragonabile a quella attuale del Nilo. Alcuni tratti sarebbero ancora visibili perché occupati dal moderno canale Bahr el-Libeini.

Il culmine della portata sarebbe coinciso con la IV dinastia, qunando il Nilo avrebbe avuto diverse diramazioni. Con la fine dell’Antico Regno, invece, l’incremento della deposizione delle sabbie, la desertificazione del Sahara e periodi di siccità avrebbero portato al graduale prosciugamento e al relativo trasferimento verso est delle attività edili.

L’articolo originale su Communications Earth & Environment: https://www.nature.com/articles/s43247-024-01379-7

Aggiornamento (21/05/2024):

Gli egittologi Zahi Hawass e Mark Lehner hanno rilasciato un comunicato in cui sostanzialmente affermano che non ci sia niente di nuovo nei risultati presentati nell’articolo di Ghoneim et al. Come ho premesso in questo pezzo, infatti, ci sono diverse ricerche che, almeno a partire dall’opera del 1971 “Les Ports des pyramides et le Grand canal de Memphis” di Georges Goyon, e senza contare i più recenti – e citati – studi a Giza, parlano di un ramo o canale “libico” del Nilo lungo la fascia in cui sono state costruite le piramidi.

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