Il Prof. Sergio Donadoni compie 100 anni

Il Prof. Sergio Donadoni compie 100 anni - Djed Medu

Chi ama l’Egitto sicuramente conoscerà il Prof. Fabrizio Sergio Donadoni, una delle figure più importanti per l’egittologia italiana e mondiale del XX secolo, che oggi compie 100 anni! Così, mi permetto di fargli gli auguri provando a riassumere in breve la sua illustre carriera; cosa non semplice per le tante cariche e i suoi riconoscimenti: Professore Emerito presso “La Sapienza” di Roma, Doctor Honoris Causa all’Université Libre di Bruxelles, membro dell’Accademia dei Lincei, della Pontificia Accademia Romana di Archeologia, dell’Académie des inscriprions et belles-lettres e dell’Institut d’Égypte, Premio Feltrinelli per l’Archeologia nel 1975 e Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica.

Nato a Palermo il 13 ottobre 1914, si avvicinò prima all’Egitto greco-romano laureandosi alla Normale di Pisa nel 1935 sotto la guida di Annibale Evaristo Breccia, direttore del Museo Greco-Romano di Alessandria. Successivamente, perfezionò la sua formazione a Parigi e a Copenhagen, per poi ricoprire la cattedra di egittologia presso le università di Milano, Pisa e Roma. Tra le sue numerosissime pubblicazioni, ricordiamo “La civiltà egiziana” (1940), “Arte egizia” (1955), “La religione dell’Egitto antico” (1955), “Storia della letteratura egiziana antica” (1957) e “Appunti di grammatica egiziana” (1963). Importante anche l’attività sul campo con la partecipazione agli scavi di Medinet Madi nel Fayyum e la direzione di quelli a Sheikh Ibada (Antinoe), della tomba di Sheshonq a El-Asasif (Tebe Ovest), di Gebel Barkal (Napata) in Sudan e molti altri.

Ma, il ruolo di Donadoni che ha messo più in risalto la presenza dell’egittologia italiana nel mondo coincide con la sua adesione alla squadra di studiosi internazionali convocati dall’UNESCO nel 1960 per salvare i monumenti nubiani minacciati dalla costruzione della Diga di Assuan. I quell’occasione, in una vera e propria corsa contro il tempo, decine di siti archeologici che, da lì a poco, sarebbero stati sommersi dalle acque del Lago Nasser, vennero studiati e pubblicati, mentre alcuni edifici, primo tra tutti il Tempio maggiore di Abu Simbel, furono addirittura spostati.