Era da 6 anni che aspettavo questo momento. Finalmente torno in Egitto! Qualcosa avevo già fatto trapelare sulla pagina Facebook nei giorni scorsi, ma ora posso dirlo: si parte! Dal 9 al 27 settembre, infatti, sarò membro di una missione archeologica nei pressi della città di el-Minya, 250 km a sud del Cairo e una sessantina a nord di Amarna (vedi mappa in basso). Il sito dove lavorerò è indicato con vari appellativi, Zawyet el-Maiyitin, Zawyet el-Amwat o Kom el-Ahmar, ma da qui in poi utilizzerò il nome Zawyet Sultan. L’area in questione occupa una lunga fascia della riva orientale del Nilo tra il moderno villaggio che gli dà il nome – e il suo enorme cimitero (foto in basso) – a nord, le montagne del Deserto orientale a est e Kom el-Dik – piccolo centro abitato tra resti archeologici – a sud. Zawyet corrisponde all’antica Hebenu, capitale del XVI nomo dell’Alto Egitto, e ha una storia millenaria con attestazioni che vanno dal predinastico al periodo islamico. Il fulcro del sito, però, corrisponde a una piccola piramide a gradoni (base quadrata di 22,5 m di lato; altezza originaria circa 17 m; altezza attuale 4,75 m) risalente alla fine della III dinastia e che – come altre sei coeve costruite in Alto Egitto (Seila, Abido, Tukh, el-Kulah, Edfu, Elefantina) – è di difficile interpretazione. Forse utilizzata come cenotafio del faraone in territori periferici, la struttura (nella foto in alto) differisce dalle altre simili per il rivestimento in blocchi di calcare. Il resto della piana è occupato dall’insediamento abitativo di epoca romana (case in mattoni crudi) che copre le tracce più antiche. Lungo la falesia, invece, ci sono le tombe rupestri decorate dei funzionari locali di Antico, Medio e Nuovo Regno.
Il sito era stato descritto già nel 1798-9 dai “savants” di Napoleone e poi da Champollion e Rosellini nel 1828, ma venne scavato sistematicamente solo nel 1912 (e poi 1913, 1928-9, 1953) da Raymond Weill. Più recentemente, ci sono state indagini di Patrizia Piacentini, Werner Kaiser, Günter Dreyer, Barry Kemp, ma mancava uno studio approfondito d’insieme dell’intera area archeologica. Così è nata la missione a cui parteciperò, congiunta tra University College London (UCL), Universität zu Köln, Università di Pisa e il Ministero egiziano delle Antichità sotto la direzione di Richard Bussmann e Gianluca Miniaci. Il progetto, oltre allo scavo, prevede ricognizioni topografiche e rilievi epigrafici delle iscrizioni delle tombe, tutte cose che spero di mostrarvi – nei limiti delle regole sulla condivisione dei dati e della connessione internet che troverò – sul blog e relativi social (Facebook, Twitter, Instagram) e sui canali ufficiali della missione che vi segnalerò nei prossimi giorni. Quindi, rimanete connessi!