Ormai da settembre, i lavori di abbassamento del livello della falda freatica che minaccia il sito di Kom Ombo, nella provincia di Assuan, portano a continue scoperte. D’altronde, non ci si può aspettare altro quando si scava a pochi metri da uno dei più importanti templi greco-romani d’Egitto. Se a novembre, era stata individuata una stele che retrodatava la costruzione dell’edificio al regno di Filippo III Arrideo (323-317), questa volta il ritrovamento è ancora più antico. Dal cantiere, infatti, sono emersi alcuni frammenti in arenaria – corona, testa e busto – di una statua colossale raffigurante Ramesse II (1279-1213). Il faraone è ritratto in posa osiriaca con corona bianca dell’Alto Egitto, le braccia incrociate al petto e le mani, che mostrano ancora tracce di pittura, a sorreggere due ankh. L’identificazione è assicurata dal cartiglio con il nomen Ramessu-Meriamon (foto in basso). Solo la testa misura 70 x 56 x 30 cm, mentre l’altezza originaria totale doveva raggiungere i 7 metri.