Scordatevi i cosci di bue e le grasse anatre che si vedono nei rilievi dei templi e nelle pitture delle tombe. Come si poteva immaginare, la dieta degli antichi Egizi, o almeno della gran parte della popolazione, era molto più povera, limitata a legumi e cereali. A confermarlo sono alcuni ricercatori di Lione che hanno pubblicato i risultati dei loro studi nell’ultimo numero del Journal of Archaeological Science.
Analizzando mummie di diverse epoche (dal 3500 a.C. al 500 d.C.), si è visto che, nonostante tutti i cambiamenti climatici, politici, tecnologici e culturali avvenuti in Egitto nel corso dei secoli, i cibi consumati sono rimasti più o meno gli stessi. Ad esempio, suddividendo i vegetali in due grandi categorie sulla base del modo di assimilazione del carbonio, è risultato dalle ossa che gli Egizi preferissero per il 90% la C3 (all’assorbimento dell’anidrite carbonica, la pianta produce zuccheri con tre atomi di carbonio), come grano e orzo, mentre solo per il 10% la C4 (miglio, sorgo, aglio) che pur si adatta meglio a climi più aridi. Tale rapporto è rimasto costante nel tempo.
Gli isotopi d’azoto contenuti nei capelli, invece, indicano che le proteine corrispondevano al 30% della dieta totale e che si limitavano a quelle derivanti da latte, uova e vegetali. Infatti, il consumo di carne e pesce era estremamente limitato per le classi sociali meno abbienti.
L’articolo nel JAS 46 (Giugno 2014): “Diet of ancient Egyptians inferred from stable isotope systematics”