* Questa volta, sfrutterò impropriamente, ma neanche tanto, la rubrica sulle collezioni egizie minori in Italia per parlare di una bella esperienza che ho vissuto lo scorso 30 aprile a Firenze. Invitato nel capoluogo toscano, ho potuto partecipare alla visita speciale, dedicata agli archeoblogger, di due mostre sulla scultura ellenistica in bronzo: “Potere e pathos” a Palazzo Strozzi e “Piccoli grandi bronzi” presso il Museo Archeologico Nazionale (entrambe aperte fino al 21 giugno). Così, non solo ho potuto ammirare alcuni capolavori provenienti da tutto il mondo, ma ho anche avuto il piacere di incontrare di persona autori di blog che seguivo già da tempo e conoscerne altri che, con passione e competenza, raccontano ogni aspetto dell’archeologia: Stefania Berutti (Memorie dal Mediterraneo), Elisabetta Giorgi e Francesco Ripanti (Archeokids), Marina Lo Blundo (Archeotoscana), Domenica Pate e Paola Romi (Professione Archeologo), Valentino Nizzo (Direzione Generale Musei MiBACT), Lidia Vignola (Liberarcheologia), più le gentilissime Giulia Sabattini e Benedetta Scarpelli di Palazzo Strozzi.
Ma, tornando all’asterisco iniziale, l’uso di questa rubrica non è poi così fuori luogo perché l’ellenismo ebbe in Alessandria uno dei principali centri propulsori della cultura, della scienza e della filosofia dell’epoca. Non a caso, il periodo viene fatto terminare convenzionalmente il 31 a.C., con la battaglia di Azio, la morte di Cleopatra VII e la caduta dell’ultimo regno ellenistico indipendente, quello d’Egitto. Dalla nuova capitale tolemaica, provengono alcuni dei capolavori presenti nelle due mostre e che fondono la tradizione di Skopas, Prassitele e Lisippo con la produzione artigianale locale. Non mancano, quindi, anche in Egitto, repertori tipici della scultura ellenistica come i ritratti e altre rappresentazioni realistiche.
“Potere e pathos. Bronzi del mondo ellenistico” è un vero e proprio evento internazionale che porterà 50 grandi opere, dopo la prima tappa di Palazzo Strozzi, al J. Paul Getty Museum di Los Angeles e alla National Gallery of Art di New York. Le sculture non provengono solo da Firenze (Museo Archeologico Nazionale e Uffizi), ma anche da Napoli, Roma, Madrid, Londra, Atene, Parigi, Vienna e New York. Il titolo della mostra sintetizza due delle caratteristiche principali dell’arte ellenistica: l’eccezionale drammaticità delle pose e l’utilizzo della ritrattistica nella propaganda politica.
Proprio a quest’ultimo caso appartiene l’unico esemplare tolemaico dell’esposizione: la testa di Arsinoe III. In prestito dalla collezione egizia “Giuseppe Acerbi” del Museo Civico di Palazzo Te (Mantova), raffigura il volto della regina (220-204), moglie di Tolomeo IV. In questo caso, all’accuratezza nella realizzazione dei tratti somatici, si aggiunge anche quella della resa dell’acconciatura che caratterizza Arsinoe in ogni sua rappresentazione.
In concomitanza con “Potere e Pathos”, si sta tenendo presso il Salone del Nicchio del Museo Archeologico Nazionale (la cui collezione egizia è la seconda in Italia) l’altra mostra che ho visitato: “Piccoli Grandi Bronzi. Capolavori greci, etruschi e romani delle collezioni mediceo-lorenesi”. Se nel primo caso le protagoniste erano grandi statue bronzee, qui sono esposti oltre 170 reperti che vanno dai 10 ai 60 cm raccolti dai Medici e dai Lorena (XV-XVIII sec.).
Appartenendo a collezioni antiche, i bronzetti sono suddivisi per tipologie. Per la ritrattistica ufficiale, ritroviamo Arsinoe III, posta accanto a un piccolo busto del padre Tolomeo III (246-222), mentre più numerose sono le statuette di divinità dell’Egitto greco-romano come Serapide, Giove-Ammone e Arpocrate. Infine, il vario repertorio è completato da soggetti esotici e/o grotteschi come nani e pigmei (qui è chiara l’influenza dell’arte faraonica che ha sempre contemplato questo tipo di iconografia) o come la bellissima “Incognita negra” (usata come immagine rappresentativa della mostra; vedi in alto), “collage” cinquecentesco che combina una brocca miniaturistica a testa di nubiana di età ellenistica con integrazioni rinascimentali.
Sarebbe vietato fare foto, ma noi archeo-raccomandati abbiamo avuto un permesso speciale: