“L’Egitto di Provincia”: Museo del Vicino Oriente, Egitto e Mediterraneo della Sapienza (Roma)

"L'Egitto di Provincia": Museo del Vicino Oriente, Egitto e Mediterraneo della Sapienza (Roma) - Djed Medu

A quasi un anno dall’inaugurazione del nuovo allestimento (19 marzo 2015), sono finalmente riuscito a visitare il Museo del Vicino Oriente, Egitto e Mediterraneo della “Sapienza” – Università di Roma (e c’è mancato poco che non ce la facessi nemmeno questa volta*). In realtà, il mio è stato un ritorno perché, quando ero ancora una matricola, potei apprezzare la collezione nella vecchia sede di Via Palestro grazie a una “guida” d’eccezione, il Prof. Alessandro Roccati. L’allora Museo del Vicino Oriente era stato fondato da due pilastri dell’accademia italiana, Sabatino Moscati e Sergio Donadoni, per esporre, quando era ancora possibile esportarli, i reperti delle missioni archeologiche dell’Istituto del Vicino Oriente dell’ateneo romano e qualche acquisizione dal mercato antiquario. In 50 anni e oltre 30 campagne di scavo all’estero, sono stati raccolti circa 4000 pezzi da Iraq, Turchia, Siria, Palestina, Giordania, Egitto, Sudan, Tunisia, Algeria, Malta e Cipro, più Sicilia e Sardegna. Oltre all’evidente vastità dei contesti della raccolta, si aggiunge anche l’esteso range cronologico di riferimento che va dalla Preistoria al Medioevo.

L’attuale collocazione nel palazzo del Rettorato (Piazzale Aldo Moro 5) è il frutto del lavoro del Prof. Lorenzo Nigro, docente di  Archeologia e storia dell’arte del Vicino Oriente antico e direttore del museo. Gli spazi espositivi sono minori rispetto a quelli di Via Palestro ma sicuramente più funzionali. Infatti, nonostante la gran varietà, geografica e cronologica, del materiale, il percorso è chiaro e ordinato in 29 vetrine e 6 pedane, con foto, pannelli, tabelle esplicative, modelli e un touch screen a migliorare l’esperienza del visitatore. Inoltre, è possibile approfondire le informazioni con il proprio smartphone grazie a un QR code per ogni gruppo di oggetti. In ogni caso, ci sono sempre studenti di archeologia pronti a dare spiegazioni.

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Sarcofago di XXVI dinastia (ph. Valentina Di Rienzo)

La collezione egizia occupa metà del museo, dalla Vetrina 16 alla 29 e dalla Pedana 4 alla 6. La quasi totalità dei pezzi proviene dalle campagne in Egitto e Sudan del Prof. Donadoni, recentemente scomparso all’età di 101 anni. In particolare, alcuni oggetti sono stati donati dallo stesso Stato nordafricano come ringraziamento per l’opera di documentazione e salvaguardia in siti nubiani a rischio durante la costruzione della Grande Diga di Assuan: la necropoli predinastica e la città paleocristiana di Tamit e la chiesa copta di Sonqi Tino. Poi ci sono i ritrovamenti da Arsinoe/Crocodilopolis, da Antinopoli, dalla tomba di Sheshonq (TT 27) a el-Asasif (Tebe Ovest), da Napata e la Nubia meroitica. Ultimo reperto del percorso ma sicuramente primo per importanza è il piatto in pietra tufacea con il nome di Hotepsekhemuy (2850 a.C.), faraone iniziatore della II dinastia. Completano la raccolta alcuni calchi in gesso e copie varie, come il busto incompleto di Nefertiti (l’originale a Berlino; visibile nella prima foto), il busto della statua della regina Tuya (Musei Vaticani, seconda foto), i rilievi della tomba di Sheshonq, la sfinge dell’epoca di Thutmosi III (Museo Barracco) e il leone dell’ingresso del Palazzo di Natakamani a Gebel Barkal.

Sito ufficiale: http://www.lasapienzatojericho.it/

Per il resto del reportage fotografico: https://www.facebook.com/media/set/?set=a.985036541543867.1073741846.650617941652397&type=3

 

*Piccola nota polemica, non così marginale: il normale orario di apertura è martedì, giovedì e sabato 10:00-17:00;  il 12 marzo, però, immagino per la concomitanza del concerto del pianista Yund Li nell’adiacente Aula Magna, il museo è stato aperto dalle 17:00 alle 20:30. Nessuna comunicazione di questa variazione era presente sulla porta, che ho trovato sbarrata di mattina, né sul sito internet o sulla pagina Facebook (il cui amministratore, a dir la verità, ha risposto più tardi alle mie richieste con un messaggio privato). Io sono stato costretto a tornare nel pomeriggio; altri forse non l’avrebbero fatto.