Non una, non due, non tre, non dieci, non cento, bensì 802 tombe (!) documentate a Lisht, 60 km a sud del Cairo. È questa la mole del lavoro concluso con la stagione 2018 dal team americano-egiziano diretto da Sarah Parcak (University of Alabama, Birmingham), “archeologa spaziale” nota soprattutto per le sue attività di documentazione e monitoraggio degli scavi illegali e di ricerca di siti nascosti attraverso immagini satellitari (grazie alle quali nel 2015 ha vinto il TED Prize e un finanziamento da 1 milione di dollari). La missione, infatti, sta portando avanti ricognizione, mappatura e rilievo 3D dell’area meridionale della necropoli di Medio Regno dove, già nel 2016, aveva individuato la tomba di Antef, “Portatore del sigillo reale” sotto Sesostri I (1964-1919).
Le sepolture in questione, tutte indagate in precedenza, sono per lo più semplici ipogei scavati nella roccia, al massimo con sovrastrutture in mattoni crudi o calcare. Lisht è la necropoli di Itj-tawy, la capitale del Medio Regno fondata nei pressi del Fayyum da Amenemhat I (1994-1964 a.C.). Se della città non è ancora stata individuata l’esatta ubicazione, l’area sepolcrale presenta diverse tombe monumentali come le piramidi dello stesso fondatore e quella di Sesostri I, oltre ad altre strutture minori e mastabe di faraoni e funzionari della XII dinastia.