Parlando di antico Egitto, spesso si abusa del termine “tesoro” per descrivere le numerose scoperte archeologiche effettuate lungo la Valle del Nilo. Certo, ci sono eccezioni per cui questa definizione è più che giustificata, come le “cose meravigliose” dalla tomba di Tutankhamon o i preziosi corredi funerari della necropoli reale di Tanis. Ma ancor prima di questi ritrovamenti del XX secolo, il tesoro egizio per eccellenza era quello della regina Ahhotep.
Ahhotep è un personaggio enigmatico, vissuto intorno al 1550 a.C. in uno dei periodi più turbolenti della storia faraonica, e di cui resta un ricchissimo corredo proveniente da un luogo di cui si sono perse le tracce. La ricostruzione della vita della regina, protagonista nello scontro con gli Hyksos, e il racconto delle affascinanti vicende legate alla scoperta della sua tomba dimenticata sono gli ingredienti di un libro scritto da Gianluca Miniaci, professore di Egittologia all’Università di Pisa, che uscirà nelle librerie il prossimo 17 gennaio: “Il tesoro perduto della regina Ahhotep. Una donna alla riconquista dell’Egitto antico”.
Inutile dire quanto io sia personalmente legato a questa pubblicazione. Faccio infatti parte del team di ricerca del “Progetto Ahhotep” che, sotto la direzione di Miniaci, ha l’obiettivo di far luce su questa importante figura troppo poco conosciuta; per questo, ho avuto il privilegio di avere tra le mani alcuni di quei – e lo ripeto senza paura di essere ridondante – tesori. Si tratta di vasi, armi, gioielli e altri manufatti in oro, argento, bronzo e pietre dure e di un sarcofago dorato il cui sguardo mi ha quasi ipnotizzato mentre lo fotografavo al Museo Egizio del Cairo.
Il libro inizia con una contestualizzazione storica fondamentale per comprende il complesso momento di transizione del Secondo Periodo Intermedio. In particolare, vengono analizzati la disgregazione dell’unità territoriale del Medio Regno, l’arrivo di popolazioni straniere dall’Asia, l’ascesa delle dinastie Hyksos, lo scontro con i regnanti tebani, il tentativo di riconquista dell’Egitto e la riunificazione con il Nuovo Regno. L’approfondimento storico è corredato della lettura di fonti scritte e di esempi di ritrovamenti archeologici, come la martoriata mummia di Seqenenra Tao, evidentemente caduto sotto le armi degli Hyksos, o le mani mozzate rinvenute ad Avaris.
Poi si passa all’avventurosa scoperta della tomba di Ahhotep, avvenuta nel 1859 nella necropoli di Dra Abu el-Naga, sulla riva occidentale di Luxor. Questo ritrovamento si lega a stretto giro all’egittologo francese Auguste Mariette – fondatore del Servizio delle Antichità egiziane e del primo museo al Cairo, quello di Bulaq – e alla romantica fase dell’archeologia della metà del XIX secolo. Qui il racconto storico diventa un giallo, tra trafficanti di antichità, indizi tratti da papiri millenari e vecchi documenti d’archivio, Mariette che non è a Luxor al momento della scoperta, la mummia scomparsa e la perdita dell’ubicazione della tomba.
Le lacune nella documentazione di scavo e le stranezze dell’inumazione e degli oggetti del corredo lasciano diversi quesiti ancora irrisolti. Primo tra tutti l’identità stessa della regina. Chi era Ahhotep? Qual è il suo legame con il faraone Ahmose, il riunificatore dell’Egitto? Perché tante armi in una sepoltura femminile? Dov’è finita la sua mummia? È possibile trovare di nuovo la tomba? È esistita una seconda Ahhotep? Il libro proverà a rispondere a queste domande, attraverso un linguaggio divulgativo, dati frutto di ricerche scientifiche e numerose foto inedite (alcune delle quali mie).
Per info e preordine: www.carocci.it/prodotto/il-tesoro-perduto-della-regina-ahhotep